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La Sardegna continua a bruciare e sono centinaia i capi di bestiame e gli animali randagi e selvatici rimasti intrappolati in quei 50000 ettari avvolti dalle fiamme.
Il presidente della Regione Christian Solinas ha descritto il tragico evento così: “Uno dei più gravi disastri naturali mai accaduti” .
Oltre la distruzione del patrimonio forestale e delle case, a farne le spese non sono stati soltanto gli oltre 1500 sfollati, ma soprattutto gli animali indifesi che vivono in quella macchia mediterranea trasformatasi, in poche ore, in inferno.
Secondo le prime stime, sono centinaia i capi di bestiame rimasti intrappolati e divenuti cenere. Impossibile da definire il numero degli animali randagi e selvatici che popolavano i boschi.
Simbolo della tragedia sarda è divenuto un cane pastore che è rimasto a guardia delle sue pecore a Tresnuraghes a costo di rischiare la vita.
“È rimasto fermo a guardia del suo gregge mentre le fiamme lo avvolgevano. Non l’ho soppresso perché guarirà“, racconta alla stampa locale Angelo Delogu, il veterinario che lo ha salvato.
A Cabras (Oristano), invece, una trentina di cani sono stati salvati dai volontari e dalle guardie zoofile, insieme ai vigili del fuoco di Oristano e la compagnia barracellare, nel rifugio per randagi dell’Enpa che è stato distrutto dalle fiamme.
Non sono sopravvissuti, invece, 28 gatti di un gattile gestito da un privato di, sempre a Oristano. Al salvataggio degli ospiti del canile hanno contribuito i vigili del fuoco di Oristano e la compagnia barracellare di Cabras.
Gli ultimi due cani che mancavano all’appello sono stati trovati dentro una radice d’ulivo, dove si erano nascosti per sfuggire alle fiamme. Giovanni Contini, ispettore regionale delle guardie zoofile della Sardegna li ha trovati illesi, dopo aver sentito i loro latrati impauriti.
“Nonostante l’altissimo numero dei Forestali presenti, gli incendi in Sardegna ci sono ogni anno e la Regione dimostra ancora una volta la solita inefficacia nel prevenirli, priva di concreti servizi di monitoraggio”, accusa Carla Rocchi, presidente nazionale dell’Enpa.
“Da tempo l’Enpa propone come deterrente la sospensione della caccia nei territori che hanno subito incendi, soluzione mai accolta dalle Regioni“.