Sono definitive le condanne dell’avvocato Alessandro Del Giudice, dell’imprenditore Simone Nappini e di Antonino Troia, imputati davanti alla corte d’appello di Palermo nel processo nato da un’operazione, denominata Arando, condotta dai carabinieri e dalla guardia di finanza, su un giro di usura.
La prima sezione della corte di Cassazione ha respinto il ricorso presentato e confermato le condanne per l’avvocato Alessandro Del Giudice a quattro anni e due mesi e 20 giorni di reclusione, per Simone Nappini a 3 anni, un mese e 20 giorni e per Antonino Troia a 2 anni e 8 mesi. Solo per Giovanni Di Salvo, condannato in appello a 5 anni e due mesi, è stato deciso il rinvio per un nuovo giudizio ad altra sezione della corte. Di Salvo è difeso dall’avvocato Antonino Pagano. L’avvocato Del Giudice nel corso delle indagini ha collaborato con la giustizia. Il legale era stato coinvolto anche in un’altra inchiesta denominata “Gioielli di famiglia” da cui era emerso che era l’emissario del boss Pietro Formoso e che aveva portato all’esterno del carcere anche i suoi pizzini.
L’operazione anti-usura, secondo la ricostruzione della Procura, aveva accertato invece che l’avvocato aveva un “filo diretto” con una funzionaria di Riscossione Sicilia, che gli avrebbe fornito le indicazioni sui debiti col fisco di una quindicina di contribuenti. A loro l’indagato proponeva prestiti usurai. La funzionaria non ha risposto di concorso in usura, ma solo del reato di accesso abusivo al sistema informatico.