Mario Li Castri, finito al centro dell’inchiesta “Giano Bifronte” che ha portato a numerosi arresti per corruzione al Comune di Palermo, dopo la revoca dei domiciliari è tornato uomo libero. Era uno degli “arrestati eccellenti” del terremoto che scosse il Comune, il presunto artefice delle mosse della cosiddetta “cricca” nel campo delle speculazioni edilizie.
E adesso, a fronte della revoca degli arresti domiciliari, può tornare a esercitare da Architetto. Lo ha stabilito il Consiglo di disciplina dell’Ordine degli Architetti della provincia di Palermo.
Era stato sospeso dall’esercizio professionale lo scorso 6 marzo 2020, dopo la comunicazione della Procura di Palermo che confermava che lo stesso risultava “destinatario di misure cautelari degli arresti domiciliari”. Pochi giorni fa, il 9 dicembre, Li Castri ha scritto una PEC all’Ordine.
“Alla luce della revoca degli arresti domiciliari – si legge nella nota firmata oggi dal Consiglio di disciplina – viene annullata con effetto immediato la sospensione comminata, e l’annullamento dell’atto da cui discendeva la sospensione, senza annotazione nell’Albo”.
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