La Regione Siciliana e la Regione Sardegna hanno sottoscritto un documento comune sull’insularità con lo scopo di richiedere misure concrete di compensazione nella legge di bilancio per il 2020 e nell’ordinamento fiscale.
Il Documento è stato presentato nei giorni scorsi dal vicepresidente della Regione Gaetano Armao nel corso di un’audizione alla Commissione Finanze della Camera dei Deputati e alle Commissioni Bilancio congiunte di Camera e Senato.
Nel documento viene esplicitata la richiesta di riequilibrare gli svantaggi conseguenti alla condizione di insularità come previsto dall’articolo 174 del Trattato sul Funzionamento dell’Unione Europea (TFUE) e come stabilito da una recente sentenza della Corte Costituzionale che in modo chiaro sancisce la necessità di tenere conto dei costi dell’insularità nel determinare i rapporti finanziari tra una regione insulare e lo Stato.
“Nel DEF e nella NADEF approvati dal Parlamento – si legge nel documento – non si rinviene cenno alcuno al tema della condizione di insularità. Condizione che, ai sensi degli artt. 174 TFUE e ss. e dell’Art. 119 Cost., deve essere affrontata mediante puntuali misure di riequilibrio (fiscalità di sviluppo, continuità territoriale, incentivi e misure di sostegno, perequazione infrastrutturale, regimi di aiuto etc.)”.
Nel testo vengono riaffermati alcuni scopi da perseguire: “Non si tratta soltanto di inverare principi ormai conclamati dal diritto europeo e da quello interno – si legge -, ma di far fronte concretamente, al fine di garantire l’eguaglianza sostanziale dei cittadini e la parità di trattamento nel godimento effettivo dei diritti sociali, alle situazioni di divario ed ai “costi dell’insularità” mediante misure concrete sul piano legislativo”.
Infine, un richiamo alla responsabilità dello Stato: “Ma è soprattutto a livello statale – si legge ancora – che occorre intervenire, continua il documento, nello Stato europeo che, dopo la Brexit, ha il più altro numero di cittadini insulari (12%). La questione a lungo rimasta sopita, almeno sino all’importante pronuncia della Corte costituzionale, non può più essere elusa nella prima legge di bilancio successiva alla richiamata sentenza della Corte costituzionale n. 6 del 2019 ed alle intese tra Stato e Regione siciliana”.