GUARDA IL VIDEO DELLA TRASMISSIONE IN ALTO
In questa puntata, Invito a Palazzo apre le porte della mostra ‘Terracqueo‘, ospitato nelle Sale duca di Montalto del Palazzo Reale a Palermo. Non si tratta di una semplice mostra, ma un emozionante narrazione che, tramite l’immenso patrimonio archeologico tramandato fino ai nostri giorni, racconta le evoluzioni, le civiltà, l’incontro e lo scontro tra i popoli che hanno solcato il Mediterraneo e abitato le sue terre nel corso della storia.
Non a caso il primo incontro che si fa, immergendosi nel Mediterraneo, è Atlante. Il Titano che tiene tutto il mondo sulle spalle non è solo un mito, ma anche simbolo della condizione in cui vivono molti di noi.
IL PRESIDENTE DELL’ARS E DELLA FONDAZIONE FEDERICO II GIANFRANCO MICCICHE’
“Con questa mostra – afferma il Presidente dell’Assemblea Regionale Siciliana e della Fondazione Federico II Gianfranco Micciché – si scopre che il Mediterraneo è il centro della povertà mondiale, ma è anche il centro della civiltà mondiale. Non credo che la civiltà porti povertà, ma è possibile il contrario. Cioè che la povertà, le difficoltà e il dover combattere ogni giorno producano civiltà. Una civiltà che unisce i popoli del Mediterraneo. Il pensiero, infatti, che essa possa dividere è una follia”.
IL DIRETTORE DELLA FONDAZIONE FEDERICO II PATRIZIA MONTEROSSO
“Oggi il Mediterraneo, luogo unico per bellezza e testimonianze storico-artistiche vive di grandi contraddizioni – afferma il direttore della Fondazione Federico II Patrizia Monterosso – Tra loro si susseguono i concetti di ricchezza e povertà, rendendo evidenti grandi processi di trasformazione globale che dolorosamente distolgono e ormai troppo spesso consacrano l’atteggiamento mentale dei più ad una nuova divinità contemporanea: l’apatia. Terracqueo, grazie ad una lunga e faticosa ricerca che parte dalla genesi del Mediterraneo fino ai giorni nostri, pone un’importante presa di coscienza per i visitatori di ogni cultura e nazionalità: vuole rappresentare l’acme della produzione culturale di diverse società del mondo antico, narrando eventi storici come ad esempio la Battaglia delle Egadi, che divengono non solo lo spunto per conoscere le tecniche e le strategie militari, ma anche un modo per studiare la vita di bordo oltre che in pace anche in guerra. Dopo aver narrato l’antichità, l’ultima sezione ritrae il Mediterraneo odierno con crudezza e non può che suscitare nel visitatore un confronto tra ieri e oggi. Ognuno avrà la sua risposta“.
IL DIRETTORE DEL MUSEO ARCHEOLOGICO NAZIONALE DI NAPOLI “MANN” PAOLO GIULIERINI
“Il Meridione – aggiunge Paolo Giulierini, direttore del Museo Archeologico Nazionale di Napoli “Mann” – rappresenta la punta di diamante del Paese per fare la differenza nei beni culturali e nel turismo, vero traino del sistema Italia. Questa unità di intenti tra Napoli e Palermo, tra Campania e Sicilia, rappresentano un impulso in questa direzione. Le mostre Thalassa organizzata a Napoli e Terracqueo a Palermo condividono la stessa visione del Mediterraneo, perciò siamo orgogliosi di sentirci parte di un tutt’uno. Oggi per il Mann essere qui è come proseguire su un solco già tracciato”.
IL DIRETTORE DEL MUSEO GEOLOGICO GEMMELLARO PIETRO DI STEFANO
“La storia del Mediterraneo – afferma il professor Pietro Di Stefano, direttore del Museo Geologico Gemmellaro –, come si sa, è costellata di momenti di divisione, di guerre, ma anche momenti di unione, di scambi tra i popoli e quant’altro. Ed è anche la storia geologica, che racconta di momenti di separazione e momenti di unione. Ce ne sono tanti episodi da poter raccontare, naturalmente, in un arco temporale estremamente lungo. Uno di questi è di 6 milioni di anni fa, e in pratica è un momento in cui il Mediterraneo si è disseccato, così, sostanzialmente, è stato possibile che ci sia stato uno scambio di faune fra l’Africa l’Europa e quindi naturalmente si sono rinnovate tutta una serie di faune, precedendo l’arrivo dell’uomo. A questo evento di disseccamento del Mediterraneo è legata fra l’altro una storia veramente importante, che ha segnato lo sviluppo nell’Ottocento della Sicilia, ha segnato anche tutta una serie di tragedie familiari, di sfruttamento di giovani, ed è l’epopea dello zolfo, che so se si è formato proprio in seguito alla deposizione di grandi quantità di sali durante questo evento che viene chiamato crisi di salinità del Mediterraneo“.