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la prima puntata

“Invito in Sicilia. Le meraviglie di casa nostra”: l’unicità di Piazza Armerina CLICCA PER IL VIDEO

giovedì 27 Ottobre 2022

Storia, cultura e identità dei territori culturali. Questo e tanto altro è “Invito in Sicilia. Le meraviglie di casa nostra” il nuovo format video de ilSicilia.it, composto da 10 puntate, è presentato da Giuseppe Santostefano, in collaborazione con la Regione Siciliana e l’Assessorato dei Beni Culturali e dell’Identità Siciliana.

Andremo alla scoperta dei parchi archeologici e dei musei, le grandi ricchezze sostenute dalla Regione Siciliana per valorizzare l’identità storica e culturale. Faremo un viaggio in queste realtà, spesso poco conosciute, per dare un volto alle persone che ogni giorno li rendono vivi e ai valori che li caratterizzano.

In questa puntata il nostro viaggio comincia da Piazza Armerina ed Aidone in compagnia di Salvatore Lo Re, presidente della Società di Storia Patria di Piazza Armerina, nonché membro del comitato scientifico.

Partiamo dal Museo della città e del territorio, unico in Sicilia e dedicato alla città che ospita il palazzo, la città di Piazza Armerina. Un museo unico che racconta la storia di questo territorio con strumenti non tradizionali. Il museo infatti è stato finanziato dalla Regione Siciliana come museo multimediale.

Il visitatore all’ingresso di Palazzo Trigona trova davanti a sé un albero genealogico, quello della famiglia Trigona Della Foresta, e il loro o stemma raffigurante un’aquila con uno scudo e al suo interno un triangolo che simboleggia le origini francesi della famiglia.

I Trigona arrivano in Sicilia alla fine del 400 e si stabiliscono nella città di Piazza tra le fine del ‘400 e l’inizio del ‘500. Al tempo del Barone Ottavio Trigona, nel 1763, la famiglia acquista il titolo nobiliare.

Anche il professore Paolo Barresi, archeologo, docente dell’Università Kore di Enna, componente del comitato scientifico per la realizzazione del museo, ci accompagna alla scoperta di questo importante monumento che è anche parte del patrimonio dell’Unesco.

“E’ insolito che una villa così importante e imponente sia stata creata al centro della Sicilia, lontana dai centri storici come Palermo, Catania e Agrigento, ma in realtà il motivo è molto semplice – spiega il professore Barresi – infatti, intorno al IV secolo, la Sicilia era uno dei maggiori fornitori di grano di tutto l’impero romano. Era colma di latifondi che si trovavano proprio nel cuore dell’Isola”.

“I proprietari dei latifondi, che spesso erano senatori africani, facevano costruire delle imponenti ville a simboleggiare il loro prestigio e la loro ricchezza. Probabilmente questo accadde anche nel cose della Villa del Casale“.

Chi fosse il proprietario della Villa è ancora oggi un mistero, ma una cosa è quasi certa: era un senatore che possedeva un grande latifondo nei pressi della Villa ed era, quindi, anche in contatto con l’Imperatore.

Passiamo ad un’altra perla del nostro territorio: il sito archeologico di Morgantina.

Come ci racconta l’avvocato Zagara Palermo, il sito si trova all’interno del geo-parco Unesco Rocca di Cerere – di cui Zagara è membro del consiglio di amministrazione – e ha una storia molto antica.

“L’impianto della città, che oggi è fruibile dai visitatori, risale al V secolo a.C. Il cuore pulsante di Morgantina è l’agorà – spiega Zagara – e nell’agorà superiore abbiamo rinvenuto un altare dedicato alla dea Estia, la protettrice del focolare e della famiglia”.

Ci spostiamo all’interno del museo per ammirare la cosiddetta “Venere di Morgantina”. L’imponente statua nasconde molti segreti, tra cui la sua identità. Gli studiosi suppongono si tratti della dea Demetra, il cui culto che era molto praticato nella zona, ma altri sostengono si possa trattare di Era, poiché non sono mai stati trovati i tributi, ossia gli oggetti tipici di una determinata identità e che ne determinano l’identità.

E’ alta 2,20cm e fu realizzata tra il 410 e il 420 a.C. con tufo proveniente da Kamarina. La storia di questa imponente opera d’arte oggi è diventate molto celebre. La statua infatti venne trafugata illecitamente da alcuni tombaroli alla fine degli anni ’70 e venne barbaramente divisa in tre parti per essere trasportata più facilmente. Dopo un lungo viaggio, la statua giunse al Paul Getty Museum di Malibu e fu acquistata per la cifra record di 20milioni di dollari. La Venere venne esposta in California fino a quando, nel 2007, l’ex ministro Francesco Rutelli minaccia i musei americani di embargo culturale.

“La comunità aidonese si è battuta per il rientro della Venere in Sicilia. C’è stato un momento in cui la politica pensò di farle fare un tour in giro per l’Italia, ma la popolazione insorse e la statua tornò finalmente a casa” racconta con grande orgoglio l’avvocato Zagara.

Ma oltre alla Venere, anche Demetra e Kore sono due importanti simboli del museo di Aidone. Il loro culto era molto praticato a Morgantina e l’intera provincia di Enna, ancora oggi, è molto affezionata al mito di queste due divinità. Kore, che non è altro che il nome Siculo per Persefone – nome greco della dea – era la figlia di Demetra e dalla loro storia deriva il mito delle stagioni.

Altro pezzo unico costudito all’interno del museo è il Tesoro di Eupolemos: un tesoro di 16 pezzi in argento di cui i pezzi di punta sono quelli dedicati al simposio, ossia al momento del banchetto, e quelli dedicati al momento subito precedente. Tra questi anche il Medaglione di Scilla, posto alla base di una coppia di vino che riproponeva il mito di Scilla e Cariddi.

Concludiamo il nostro viaggio con il contributo di Giusy Parlascino, guida turistica all’interno della Villa Romana del Casale. La Villa è impreziosita dai meravigliosi mosaici che mostrano scene della vita quotidiana dei signori dell’epoca. Un esempio su tutti è il lungo corridoio de “La Grande Caccia” che, con i suoi 66m di lunghezza e quasi 5m di larghezza, mostra la cattura di animali selvaggi, il loro arrivo al porto di Ostia Antica e il successivo trasferimento al Colosseo.

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