“I migliori maestri che abbia mai conosciuto sono stati gli stessi cavalli“, Nicholas Evans.
I cavalli sono degli animali che insegnano molte cose, da amare a essere determinati, da dare importanza alle cose ad apprezzare anche solo i semplici gesti e a essere fedeli, ma non solo.
Diverse ricerche hanno dimostrato che la ippoterapia è un valido strumento terapeutico. Infatti è utilizzata per aiutare persone che mostrano deficit neuromotori, cognitivi e comunicativi, proprio per le caratteristiche di questo possente animale.
Cos’è l’ippoterapia?
È una terapia dolce che si basa sull’interazione tra uomo e animale. Si fonda sull’andatura e il movimento naturale dell’animale. Infatti, input motori e sensoriali vengono trasmessi tramite le vibrazioni al corpo del cavallerizzo e di conseguenza anche al suo cervello.
Si basa sul miglioramento delle funzioni neurologiche e dei processi sensoriali e viene utilizzata soprattutto per persone con problemi fisici, psichici, sensoriali e comportamentali. Inoltre, negli individui paralizzati, contribuisce ai programmi di riabilitazione fisica.
Inoltre migliora la capacità di concentrazione e di attenzione ed è un’attività ideale per liberarsi dalle tensioni. Questo perché l’attività si fa all’aria aperta in uno spazio più naturale possibile. La sensazione di benessere aumenta, infatti, anche perché i sensi non sono disturbati da elementi caotici ed artificiali.
Per chi è adatta
La riabilitazione tramite l’ippoterapia è adatta a chi ha lesioni neuromotorie, patologie ortopediche, in esiti di traumatismo cranico e a chi ha la sclerosi multipla.
Inoltre è indicata, per gli effetti cognitivo-comportamentali a chi ha forme di vario grado e tipo di insufficienza mentale, autismo, schizofrenia, sindrome di Down e a chi ha diversi disturbi del linguaggio e caratteriali.
Non è adatta per i soggetti che hanno instabilità o malformazione del rachide, per chi ha una scoliosi grave, nelle miastenie, nelle atassie gravi e in chi ha fragilità ossea. In ambito psichico in chi soffre di equinofobia, di acrofobia, attacchi di panico e chi soffre di epilessia.
Affinché questo metodo di cura risulti efficace, l’ippoterapia deve essere esercitata da persone specificamente qualificate e tecnicamente preparate.
Perché il cavallo?
Il cavallo medio cammina a una velocità di circa 100 passi al minuto. Solo 5 minuti su un cavallo che cammina rappresentano 500 input neuromotori per il paziente. In una tipica sessione di terapia, il terapista curante può incorporare da 15 a 25 minuti di movimento equino, il che rappresenta da 1500 a 2500 input neuromotori per il paziente.
Il movimento equino, quindi, è un potente strumento che offre al paziente l’opportunità di un apprendimento motorio complesso. Inoltre è stata segnalata una maggiore motivazione e partecipazione al trattamento e benefici emotivi sociali.
Questo perché gli animali spesso sono capaci di creare un legame molto speciale grazie anche la comunicazione non verbale che rafforza il legame affettivo che si viene a creare.
Ecco perché i cavalli sono maestri di vita in ogni senso.