Trasporti e sanità non sono esattamente il punto forte delle isole minori che pagano lo scotto di restare emarginate dalla terra madre. Per molti rappresentano un luogo di villeggiatura, di brevi fughe da una faticosa quotidianità urbana. A volte, le bellezze naturali e le tradizioni locali mascherano solo stagionalmente le sfide quotidiane di migliaia e migliaia di isolani.
Ma in realtà è innegabile il deficit strutturale in cui si versa ancora. Tanti i disagi che vivono gli abitanti degli arcipelaghi siciliani, soprattutto in inverno. Dall’elevato costo dei trasporti allo scarso accesso ai servizi di base. Fino alle questioni legate all’energia. Non va dimenticato il problema del caro bollette: i sindaci dei comuni minori hanno chiesto al Governo nazionale un “bonus isole” per fronteggiare la situazione di grande disagio sociale e l’ingiustizia tariffaria che si viene a determinare nei loro territori, dove le centrali sono alimentate da gasolio e non da metano.
Problemi che restano fuori dalla politica? L’interlocuzione con il governo regionale c’è stata. E’ vero che in tema di mobilità, qualche soluzione è stata adottata, seppur a medio termine. Ad esempio, la finanziaria ha previsto ulteriori risorse per garantire tariffe dei trasporti marittimi equiparate a quelle sostenute dai residenti a favore di chi svolge servizi di pubblica utilità nelle isole minori della Sicilia. Operatori della polizia penitenziaria, delle forze dell’ordine, della sanità e della scuola sono tutti soggetti con contratti di lavoro che rientrano in questa categoria. Non basta, la Regione è sempre a lavoro per scongiurare, nelle more della definizione della nuova gara, qualsiasi taglio o aumenti tariffari ai collegamenti navali.
Se ne parla poco, ma anche le isole siciliane sono affannate dall’emergenza rifiuti. Trasporto estero dei rifiuti solidi urbani ha un costo davvero vertiginoso. Meccanismo che dovrà trovare una diversa collocazione legislativa, al fine di non creare pregiudizi ai bilanci dei comuni isolani. Ma quanto costa alle isole minori? La situazione è peggiore o migliore? Uno spunto sulla questione dà il sindaco di Favignana Francesco Forgione.
“Favignana ha un contratto annuo di 1,6 milioni di euro rispetto per la raccolta dei rifiuti. La differenziata è all’87%, però con l’aumento della popolazione, l’amministrazione è costretta a integrare notevolmente il contratto, anche se la legge – dice Forgione – consente un aumento del 10%. “Insufficiente per i servizi che dobbiamo garantire“.
Che dire dei livelli di assistenza sanitaria? Il problema atavico della carenza di risorse umane, delle varie figure professionali e di quelle altamente specializzate si riflette anche da quelle parti. L’aumento del turismo di massa non aiuta. Sulla salute, ci dice l’amministratore locale, che è partito il progetto della Regione, prevedendo l’assegnazione degli infermieri ai punti medici di Marettimo e Levanzo. “Favignana ce li ha, proviamo a sopperire ad una serie di problemi che l’aumento della popolazione determina, con l’avvento dell’estate. Qui abbiamo aperto alcuni servizi ambulatoriali concordati con l’Asp, intervenendo anche sul fronte veterinario, soprattutto a Marettimo“, aggiunge Forgione.
Dunque, non manca il dialogo con la Regione, ma il problema delle isole “è sempre quello della continuità territoriale effettiva“, spiega Forgione. Gli interventi, in caso di emergenza, non possono che essere affrontati con l’elisoccorso, oppure con l’idro ambulanza che funziona solo nel periodo estivo. Ed è il caso di Favignana. Sui trasporti veloci, si auspicano strategie correttive da parte dell’amministrazione regionale. “Non siamo soddisfatti dell’ultimo bando della Regione, c’è un problema di numero di posti sugli aliscafi e la necessità di accogliere i turisti- la principale risorsa per l’economia – non può penalizzare i residenti delle isole che devono raggiungere l’Isola“.