Servizi presi sottocosto direttamente attraverso gli appalti o indirettamente attraverso le cessioni e i subappalti dei network. Sono queste le denunce fatte dai sindacati e dai lavoratori della Ksm, che oggi hanno manifestato per le vie del Centro e davanti la Prefettura contro i 516 licenziamenti annunciati dall’azienda. Un circolo perverso che da anni droga il mercato della vigilanza in Italia ed in Sicilia.
“Se un network prende un servizio al Nord ad una cifra e poi arriva in Sicilia ad un’altra stiamo facendo un danno enorme a tutto il settore della vigilanza. Purtroppo questo è quello che è successo e ha fatto sì che il settore si incancrenisse”, spiega Salvo Leonardi, segretario regionale della Filcams Cgil.
Tra i principali network italiani, infatti, risulta anche la Società Operazioni di Sicurezza (SOS), controllata dalla Biks Spa facente capo alla famiglia Basile, a sua volta proprietaria della Ksm. Una società che gestisce decine di servizi su tutto il territorio nazionale e con un giro d’affari considerevole.
Per Mimma Calabrò, segretario regionale Fisascat Cisl, “stiamo vivendo un mercato del lavoro nel settore della vigilanza fortemente drogato, dove i cambi d’appalto e i bandi di gara, la maggioranza dei quali indetti da enti pubblici, vengono a monte banditi con un costo orario di gran lunga inferiore a quello previsto dal contratto collettivo nazionale”.
La situazione della vertenza Ksm, chiarisce Marianna Flauto, segretario della Uiltucs Sicilia, non è cambiata. “Abbiamo proposto alcune soluzioni, ma sino ad oggi l’azienda non si è detta disponibile a trovare una soluzione al fine di garantire tutti i livelli occupazionali”.