Uscita la 24esima edizione del “Rapporto sulla Qualità della vita in Italia” realizzato da ItaliaOggi con l’Università La Sapienza di Roma, in collaborazione con Cattolica Assicurazioni.
La qualità della vita è risultata, secondo l’indagine, buona o accettabile in 64 su 107 province italiane, con un importante miglioramento rispetto all’anno passato e con le grandi città che hanno retto meglio alla pandemia rispetto a diverse aree meridionali e insulari.
Trento è la prima città per qualità della vita e la sua provincia rappresenta anche la dinamica che contraddistingue le altre province del Nord-Est, il cui punteggio medio a livello dimensionale eccede il corrispondente punteggio medio nazionale. In seconda e terza posizione, salgono di un gradino rispetto alla scorsa edizione, rispettivamente, Bolzano e Bologna.
Stesso discorso ma all’opposto per Crotone, anche quest’anno ultima classificata, che identifica le province del Mezzogiorno con diverse criticità in molti degli aspetti relativi alla qualità della vita.
Emerge dallo studio la netta spaccatura tra Centro-Nord, da un lato, Sud e Isole, dall’altro: nessuna provincia meridionale o insulare, infatti, è nel gruppo delle 32 di testa. In negativo molte province del Mezzogiorno con diverse criticità in molti degli aspetti relativi alla qualità della vita. La provincia è nel gruppo di coda in sei dimensioni su nove (affari e lavoro; ambiente; istruzione e formazione; reddito e ricchezza; sicurezza sociale; tempo libero).
Male la Sicilia. In fondo della classifica, troviamo tutte e nove le province.
La prima provincia siciliana per qualità della vita è Ragusa che però è all’84simo posto precedendo Trapani al 93simo, Messina al 96simo, Enna e Palermo al 97simo e 98simo, Catania è 102sima e Agrigento la segue, Caltanissetta è terzultima, penultima è Siracusa peggio solo Crotone in Calabria che è ultima al 107simo posto.
In Sicilia quindi, secondo lo studio, la qualità della vita è pessima rispetto al resto d’Italia. “Si fa più netta la separazione tra province del centro-nord – dice la ricerca -, dove migliorano le condizioni a vantaggio dei cittadini, e quelle di sud e isole, dove, complice anche la pandemia, sono esplose aree di forte disagio sociale e personale; mentre sono soprattutto le province che fanno parte del cluster Metropoli a trainare la ripresa”.
Le province siciliane sono in coda alle classifiche di quasi tutti i settori: affari e lavoro, sicurezza sociale, istruzione e formazione, tempo libero, reddito e ricchezza (Arigento è penultima). Siciliane non ultimissime per ambiente (Agrigento e Enna sono a metà classifica), reati e sicurezza (qui Ragusa e trentesima e le altre siciliane non sono alla fine della classifica) sistema salute (Palermo è tredicesima, Agrigento è 92sima).