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Il documento di Lagalla e Varchi

La Corte dei conti premia il Comune di Palermo, approvato il piano di riequilibrio

giovedì 19 Giugno 2025

Non c’è vittoria senza sacrificio. Dopo tre anni di attente economie e controlli serrati, Roberto Lagalla può finalmente sorridere. La sezione di controllo della Corte dei Conti ha approvato il piano di riequilibrio a cui è sottoposto il Comune di Palermo. Una manovra lacrime e sangue necessaria a riportare in asse il bilancio di Palazzo delle Aquile, fiaccato da una condizione di sovraccreditamento divenuta negli anni patologica.

Piano di riequilibrio, c’è l’ok della Corte dei Conti

Il via libera è arrivato nel tardo pomeriggio di mercoledì 18 giugno. Una decisione sulla quale c’era una certa suspence già da un paio di mesi. Ovvero da quando l’organo di controllo presentò una serie di richieste di chiarimenti all’Amministrazione Comunale. Grande attenzione veniva dedicata in particolare al mondo delle società Partecipate. Una sorta di anello debole sul quale l’attenzione degli uffici del Controllo Analogo è stata massima, soprattutto dopo il parere emesso dall’AGCM sullo stato di Rap ed Amat. Due aziende che, a fatica, stanno provando ad uscire da un periodo particolarmente complesso.

L’asse Lagalla-Varchi e le modifiche al vecchio documento

Ottenere il “si” della Corte dei Conti non è stato semplice. Si è trattato di un percorso partito ad inizio consiliatura e che ha visto fra i suoi protagonisti l’ex vicesindaco Carolina Varchi. La parlamentare di Fratelli d’Italia, allora dotata della delega al Bilancio, ha ottenuto l’approvazione di sette documenti contabili nel giro di un anno e mezzo. “Abbiamo scongiurato il pericolo del dissesto che aleggiava sulla città a causa delle scelte di chi ci ha preceduto – ha dichiarato la deputata nazionale -. La piena attuazione di tutte le misure contenute nel piano consentirà alla città di raggiungere importanti traguardi in termini di servizi ai cittadini e qualità della vita“.

Il dimezzamento del disavanzo e le ritrovate performance sui tributi

Tanto per dare dei numeri, il nuovo corso da sindaco di Roberto Lagalla ha complessivamente registrato un dimezzamento del disavanzo d’amministrazione, passato da 620 milioni a 335 milioni. Fatto reso possibile da una ritrovata capacità di riscossione dei tributi, vero tallone d’Achille del precedente corso. Gli introiti provenienti da TARI, IMU, multe ed altre imposte hanno permesso di sbloccare risorse dal Fondo Crediti di Dubbia Esigibilità.

Fatto chiave nel ridare impulso all’attività degli uffici, anche attraverso il turnover del personale e le nuove assunzioni. Elemento che ha lenito quel dissesto funzionale a cui erano soggetti gli uffici di Palazzo delle Aquile. “Tutti risultati tangibili, concreti e verificabili che assumono particolare rilevanza, se rapportati al contesto di grande incertezza che è temporalmente coinciso con la fase di passaggio tra la precedente e l’attuale governance e con la oggettiva complessità della situazione finanziaria e gestionale dell’Ente – ha commentato il sindaco Roberto Lagalla -. Un’incertezza che oggi si è trasformata in maggiore fiducia nel futuro del Comune e delle sue azioni che devono mirare a un costante aumento degli standard di efficienza a beneficio dei cittadini“.

Un percorso difficile ed ancora in essere

Tre anni in cui non è stato tutto rose e fiori. Più volte dalle opposizioni sono piovute critiche rispetto a bilanci ritenuti fin troppo tecnici, dipendenti dai fondi extracomunali soprattutto sul fronte delle opere pubbliche. Oggi però, con il via libera della Corte dei Conti, arriva la certificazione di un progetto virtuoso. La strada da percorrere non si chiude di certo qui. I paletti imposti dal piano di riequilibrio restano tutti in essere. E lo saranno ancora per diverso tempo. Ma oggi il comune di Palermo iniziare a vedere una luce in fondo al tunnel dopo anni complessi, gravati dai ritardi nell’approvazione dei bilanci.

Nel 2022 la nostra città era sull’orlo del dissesto e sembrava condannata ad aumentare vertiginosamente le tasse, mortificando l’economia e danneggiando ulteriormente i palermitani – ha dichiarato il capogruppo di Lavoriamo Per Palermo Dario Chinnici -. Grazie al meticoloso operato dell’amministrazione siamo riusciti a modificare il piano rendendolo più sostenibile, a mettere in sicurezza i conti dell’ente e a migliorare tutti gli indicatori, dalla riscossione all’avanzo. Oggi il Comune di Palermo gode di grande salute, sta mettendo a regime il sistema delle partecipate, è tornato a investire e può guardare al futuro con più serenità”.

Adesso bisogna andare avanti

Adesso la missione diventa quella di proseguire nel percorso intrapreso, cercando di alimentare quei volani economici capaci di rendere il comune di Palermo autonomo sotto il profilo finanziario ed attrattivo per nuovi investimenti. Fatto sottolineato dal capogruppo della Democrazia Cristiana a Palermo Domenico Bonanno. “Abbiamo ereditato una situazione debitoria complessa, ma grazie a un’attenta programmazione e a scelte coraggiose, siamo riusciti a tracciare un percorso di risanamento che oggi vede la sua piena legittimazione. Ciò significa maggiore capacità di investimento, servizi più efficienti per i cittadini e una ritrovata credibilità che ci permetterà di attrarre nuove risorse e opportunità per lo sviluppo della nostra comunità.”

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