Lettera inviata in redazione dal comitato Precari di Poste PCL che riportiamo integralmente di seguito:
“Caro utente, sono un «quasi» postino (quello giallo) che da poco più di 2 anni ti porta la posta, i pacchi, le raccomandate… dico «quasi» perché sono uno di quelli che i nostri colleghi più «fortunati» chiamano Ctd (contratti a tempo determinato).
Cosa sono i Ctd? Beh, migliaia di giovani (e meno), sparsi in tutta Italia, con un contratto da «riconfermare» ogni 3/4/5 mesi, senza alcun criterio evidente – pensavi sulla base della qualità o della tua soddisfazione? – e fino ad un massimo mediamente di 24 mesi – al Nord si arriva a 30 mesi, al Sud, se va bene, a 18 – dopodiché sono lasciati semplicemente a casa, per essere sostituiti da altri come loro.
Qual è quindi la realtà che si nasconde dietro gli slogan del governo sull’aumento dell’occupazione giovanile? La precarietà, purtroppo.
Mi hai visto praticamente tutti i giorni – nel vero senso della parola, considerati i 4 giorni di ferie «forzate», imposti dall’azienda, e non da me liberamente scelti – con la pioggia e con il freddo, e nei primi tempi anche ad orari «insoliti», quasi serali, questo perché noi Ctd siamo spesso mandati a coprire, oltre alla nostra zona, quella di altri (i «titolari») che – sacrosanto diritto, però a quanto pare valido solo per loro – si possono prendere, quando vogliono, i giorni di ferie indispensabili al recupero delle energie psico-fisiche (Costituzione Italiana, art. 36).
Ora forse starai pensando «beh, se manca personale, qualcuno di voi verrà sicuramente assunto!», purtroppo non è così. In Poste Italiane non ci sono assunzioni stabili, programmate, dal 1992, e la situazione non sembra poter cambiare, per il comune benestare di governo e sindacati (almeno della stragrande maggioranza di questi).
Caro utente, in questi 2 anni passati insieme ti assicuro che ho sempre dato il massimo, fermandomi quando possibile ad ascoltare i tuoi problemi, ma spesso nascondendoti i miei pur di strapparti un sorriso e farti stare meglio. Devi sapere, infatti, che il mio, come quello di migliaia di Ctd, è un futuro inizialmente pieno di speranze, che però crescono in un destino comune: essere cancellate progressivamente, e inevitabilmente, dal ticchettio di un contratto «a scadenza». Puoi immaginare l’ansia che io e i miei colleghi «di serie B» ci portiamo dietro, giorno dopo giorno, e che si fa sempre più pesante al diminuire dei giorni che ci restano.
Caro utente, ormai la mia avventura come postino è praticamente giunta al termine (mancano pochi giorni e non so ancora se il mio contratto verrà prorogato) e da maggio vedrai qualcun altro di fronte alla tua cassetta, quasi sicuramente con meno di 30 anni, che dovrà fare esperienza – cerca di aiutarlo, soprattutto all’inizio, e vedrai che poi saprà «ripagarti» della gentilezza di cui hai bisogno.
Caro utente, ti scrivo questa lettera solo per informarti di come funziona Poste Italiane – azienda privata, ma con azionario di maggioranza lo Stato italiano – invitandoti a fare passaparola, con parenti e conoscenti, per far sì che la nostra situazione venga in qualche modo alla luce e risolta, offrendo a tutti i giovani come me, con una maledetta voglia di lavorare, la possibilità di fare progetti a lungo termine, sul loro domani, e su quello delle persone che amano.
Un portalettere di 32 anni”