La vostra Patti Holmes vi accompagna verso la Domenica delle Palme, che quest’anno cade il 25 marzo, tra cenni storici e celebrazioni più antiche e simboliche della nostra Isola. Con l’entrata trionfale di Gesù a Gerusalemme inizia la Settimana Santa, ma non termina la Quaresima, che vedrà la sua conclusione solo con la celebrazione vespertina del Giovedì Santo, che darà inizio al sacro triduo pasquale. Nella forma ordinaria del rito romano è chiamata, anche, Domenica De Passione Domini, della passione del Signore; nella forma straordinaria, invece, la domenica di passione si celebra una settimana prima, perciò la Domenica delle palme è detta anche “Seconda Domenica di Passione“.
L’episodio rimanda alla celebrazione della festività ebraica di Sukkot, la “festa delle Capanne”, in occasione della quale i fedeli arrivavano in massa in pellegrinaggio a Gerusalemme e salivano al tempio in processione. Ciascuno portava in mano e sventolava il lulav, un piccolo mazzetto composto dai rami di tre alberi, la palma, simbolo della fede, il mirto, simbolo della preghiera, che s’innalzava verso il cielo, e il salice, la cui forma delle foglie rimandava alla bocca chiusa dei fedeli, in silenzio di fronte a Dio, legati insieme con un filo d’erba. Spesso attaccato al centro c’era anche una specie di cedro, l’etrog (il buon frutto che Israele unito rappresentava per il mondo). Il cammino era ritmato dalle invocazioni di salvezza, Osanna, in ebraico Hoshana.
La particolarità è che Gesù fa il suo ingresso a Gerusalemme, sede del potere civile e religioso della Palestina, acclamato come un re, a cavalcioni di un’asina, in segno di umiltà e mitezza. La cavalcatura dei sovrani, solitamente guerrieri, invece, era il cavallo, animale nobile e considerato un’arma potente per la guerra e, logicamente, anche il Messia, un liberatore, secondo le attese degli ebrei, avrebbe dovuto cavalcare un cavallo; ma Gesù, come profetizzato da Zaccaria, sceglie un’animale umile e servizievole, sempre a fianco della gente pacifica e lavoratrice, presente nella sua vita sin dalla nascita, nella stalla di Betlemme, e nella fuga in Egitto.
La liturgia della Domenica delle Palme inizia al di fuori della chiesa con il sacerdote che benedice i rami di ulivo o di palma che, dopo la lettura di un brano evangelico, vengono distribuiti ai fedeli; la cerimonia continua con la processione fin dentro la chiesa per assistere alla celebrazione eucaristica, che si distingue per la lunga lettura della Passione di Gesù, tratta dai Vangeli di Marco, Luca, Matteo. Al termine i partecipanti portano a casa i rametti benedetti, conservati quali simbolo di pace, scambiandone parte con parenti ed amici.
In Sicilia, in cui vi è una tradizione molto forte, con le foglie di palma intrecciate, vengono realizzate piccole e grandi confezioni addobbate che, in genere di colore giallo, sono regalate o vendute vicino alle chiese. Una curiosità è che il primo raduno mondiale, che ha originato le Giornate mondiali della gioventù, si è svolto nel 1984 proprio in occasione della Domenica delle palme al termine del Giubileo dei giovani.
PASSEGGIANDO IN SICILIA
A Caltanissetta nelle ore pomeridiane un simulacro di Cristo attraversa il centro cittadino su una barca ricoperta di fiori, mentre a Enna, sempre durante la processione, i componenti delle confraternite raffigurano i fedeli durante l’arrivo di Gesù a Gerusalemme. Subito dopo uno di loro, rappresentante Gesù, sale su un asinello accompagnato da altre dodici persone che rappresentano gli apostoli e tengono i ramoscelli di ulivo in mano.
A Gangi, il paesino madonita insignito del titolo di Borgo più bello d’Italia nel 2014, sin dalle prime ore del mattino i fedeli si radunano in chiesa portando diversi paramenti. Sono coinvolte le confraternite cittadine, una decina, che a turno, seguendo un preciso ordine ciclico, hanno il compito di provvedere alla raccolta delle palme e dei datteri. Alla suddivisione delle palme, tante quante sono le confraternite, segue la loro assegnazione tramite sorteggio e la processione in cui ciascuna di esse partecipa portando le proprie insegne e un cero sostenuto da un bastone. Il corteo, come prima tappa, si ferma di fronte la Chiesa madre dedicata a S. Nicola di Bari, dove le palme vengono benedette.
A Caccamo, sempre nel palermitano, si svolge la manifestazione “U Signuruzzu a cavaddu“, cerimonia di origine orientale da far risalire al tempo degli eremiti basiliani, che rievoca l’ingresso di Gesù a Gerusalemme con una sfilata per le chiese principali e un chierichetto, il più piccolo degli aspiranti russuliddi in abito talare e accessori di colore rosso, a dorso di un asino elegantemente bardato e infiorato, che benedice gli astanti. Ciò che distingue questa tradizione, organizzata dalla Chiesa Madre di San Giorgio Martire, è l’età dei protagonisti; sia Gesù che i dodici apostoli, infatti, sono impersonati da ragazzi giovanissimi che reggono in mano lunghi rami di palme che, lungo il percorso, si intrecciano formando degli archi sotto i quali transita il festeggiato.
L’intero corteo, accompagnato dalla banda, percorre tutto il centro storico fermandosi in 5 Chiese al suono diverso di tante campane (all’inizio del ‘900 Caccamo aveva 46 Chiese e ben 77 campane). La sfilata si conclude sul piazzale antistante la Chiesa Madre dove l’arciprete accoglie solennemente la folla e Gesù-chierichetto e benedice, durante la celebrazione della Messa, le palme.
I turisti e i caccamesi presenti saluteranno solennemente Gesù-Chierichetto a mezzogiorno in Piazza Duomo. Durante questo periodo si può gustare il panacèna, un particolare tipo di pane-dolce confezionato e lavorato a mano con fior di farina e lievito naturale che viene addolcito con zucchero e semi di finocchio. Dopo una lievitazione di ventiquattro ore, l’insieme di questo dolce-pane assume una forma consistente e gradevole perché costituita da pizzi a seguito di un taglio, a forma di croce, che viene praticato prima di essere infornato. E’ consigliabile mangiarlo a fettine, accompagnandolo con del vino o del moscato.
Buona Domenica delle Palme a voi tutti.