L’Assemblea Regionale Siciliana, presieduta da Gianfranco Miccichè, riprende i lavori d’aula.
Tuttavia, procede sempre a passo di lumaca l’esame della manovra finanziaria. La seduta dell’Ars di oggi si è chiusa con soli due articoli approvati ( artt. 4 e 11) un ritmo lentissimo che conferma le difficoltà del governo a portare avanti il disegno di legge di stabilità con una maggioranza non propriamente coesa.
Al vaglio, l’art 22 in tema di” Interventi e semplificazione amministrativa in materia di formazione professionale”.
E’ stata la norma che ha attratto maggiori criticità, attorno alla quale si sono aperte visioni divergenti in seno all’aula, circa il contenimento della spesa, arrivando ad un emendamento che ha permesso l’approvazione della stessa.
Al fine di salvaguardare le proposte del governo, si sono stralciati in aula i commi 5 e 6, su richiesta degli onorevoli D’Agostino, Calderone e Brbagallo e d’intesa con il governo, considerato che “l’abolizione dei commi non impedisce l’azione amministrativa regionale”, come sostenuto dall’assessore alla formazione Roberto Lagalla nel corso del dibattito.
La norma guarda alla semplificazione dei controlli, alla possibilità di anticipazioni agli enti di formazione, all’accelerazione delle procedure di nomina delle commissioni per le conclusioni degli esami in una logica che completa la riforma già perfezionata ed avviata con la legge n.23 del 2019, la legge di sistema sulla formazione professionale. “Ci ripromettiamo, avendo ritirato il comma 5 che guardava ai tetti massimi che possiamo continuare ad applicare sul piano amministrativo, ma che sul piano legislativo concorderemo con la commissione di merito e con il Parlamento. Abbiamo lavorato in un rapporto di raccordo con le forze di opposizione e di maggioranza”, dichiara l’assessore Lagalla.
Con l’auspicio di rendere sereno il dibattito parlamentare e facilitare così l’iter di approvazione, la proposta di emendare l’art 22 viene accolta dal governo Musumeci, grazie anche alla virtuosa mediazione del presidente Miccichè che è venuto incontro alle esigenze di una maggiore chiarezza rispetto all’accertamento dell’effettività e della correttezza della spesa, secondo quanto posto dal Partito democratico, soprattutto dopo le tensioni di ieri sull’articolo 8 relativo al sostegno finanziario delle pmi.
Passa l‘emendamento del deputato Anthony Barbagallo, il 22.44, il comma 2 è così sostituito: “Per conseguire la semplificazione delle procedure di rendicontazione e certificazione delle spese sostenute nell’ambito delle attività di istruzione e formazione professionale, di politiche attive del lavoro e inclusione sociale, i soggetti beneficiari possono avvalersi di un Revisore Legale in caso di sovvenzioni non individuali. Il revisore legale deve essere iscritto ad una long list istituita dai dipartimenti regionali competenti…”
“Rispetto all’art 22 siamo contenti che il governo abbia approvato le modifiche al comma 4 che è stato sostituito da questo emendamento proposto dal pd per venire incontro alle esigenze di rendicontazione da parte degli enti di formazione che tengono i relativi corsi. C’è un arretrato sia sull’erogazione delle risorse che sul rilascio degli attestati. E siamo convinti che questo emendamento darà i suoi frutti perché permetterà la consegna di tutti gli attestati e la rendicontazione di tutta l’attività dei corsi di formazione”, dichiara Barbagallo.
Le aspre polemiche non sono mancate in merito all’art 11 “Norme in materia di personale”, un lungo dibattito tutto incentrato sui concorsi pubblici e sul blocco delle nuove assunzioni nell’ambito del comparto dirigenziale, anche per quanto riguarda la questione dei turn over.
” Si fa appello continuamente a questo accordo Stato – Regioni del 2021, facendo passare il messaggio che sia stato scritto col sangue e suggellato, mentre questo accordo è pieno zeppo di incongruenze, non è lineare. In particolare la lettera e) dell’articolo 11 riguarda tante altre cose, dice di armonizzare, di evitare le sovrapposizioni, migliorare il rapporto tra il comparto dirigenziale e i funzionari. Questa finanziaria è farcita di articoli in cui si parla di assumere a tempo determinato personale con caratteristiche di tipo dirigenziale. Allora se l’accordo non specifica ma indica il comparto in generale, lo si sta eludendo, precarizzando la funzione del dirigenziale. Lunedì interverrò e chiederò una spiegazione nel merito, perché così si apre alla finestra della precarizzazione elettorale”, così conclude il vicepresidente dell’Ars Angela Foti, di Attiva Sicilia.
Alessandro Aricò, capogruppo di Diventerà Bellissima e componente della Commissione Bilancio ribadisce che “L’accordo con lo Stato prevede un tetto massimo di dirigenti di 750. Noi abbiamo più di 1100 dirigenti, quindi nel triennio tra il 2022 e il 2024, anche se dovessero andare in pensione il 20, 30 % del personale dirigente in organico, saremmo comunque impossibilitati ad un turn over dei dirigenti. Perciò si è sancito con legge l’obbligo di non assunzione, in quanto la Regione deve provvedere agli accorpamenti di centinaia di servizi ai quali a capo ci sono i dirigenti. Abbiamo considerato l’idea di penalizzare al minimo il turn over invece che le categorie dei funzionari, in cui tutta l’aula è convinta che saranno per i prossimi anni, la spina dorsale dell’amministrazione regionale”.
Un accenno alla riunione dei capigruppo all’Ars, che era stata indetta ieri dal presidente dell’Assemblea, Gianfranco Miccichè, convocata per oggi alle 12 e rinviata alle 15, per essere poi annullata. L’incontro doveva servire per discutere proprio sull’articolo 22 relativo alla formazione professionale, partendo dalla richiesta dei gruppi parlamentari dell’Ars, e per capire anche l’andamento dei lavori di oggi e della prossima settimana, vista la lentezza con cui procede questa Finanziaria di 136 articoli, complici gli atteggiamenti posti in essere dalle forze politiche di Sala d’Ercole.
“Molti siciliani ci guardano e valuteranno se si tratta di polemica il cui ragionamento politico può portare ad un miglioramento delle norme o se, invece, si tratta di pure polemiche di opposizione, tanto per farle. Ognuno si prenderà la responsabilità delle scelte condotte in aula. Vista l’ingente finanziaria, spero che da lunedì si possa procedere in tempi rapidi”, conclude Aricò.
Anche sull’art. 4 (disposizioni in materia di contenimento e razionalizzazione della spesa), le tensioni non sono mancate, rientrando anche questo nell’intesa con lo Stato. Il governo ha dovuto recepire le modifiche chieste dall’aula, alla fine l’assessore all’Economia si è impegnato a riscrivere l’intera norma con un emendamento governativo che sarà votato la prossima settimana. Come anticipato in via informale nei giorni scorsi, il presidente Gianfranco Miccichè, in chiusura, ha comunicato che da lunedì l’Assemblea si riunirà mattina e pomeriggio per tentare di accelerare i lavori. L’esame riprenderà lunedì alle 11.