C’è grande attesa per la nomina del nuovo segretario regionale della Lega in Sicilia.
Matteo Salvini, come da lui stesso dichiarato durante la conferenza stampa sul caso Gregoretti a Catania, scioglierà le riserve entro Natale. In particolare, la nomina per il successore di Stefano Candiani è attesa fra lunedì e mercoledì.
LA NECESSITÀ DI UN CAMBIO DI PASSO
Una mandato da meteora quello del dirigente varesino, iniziato con il successo delle elezioni europee, in cui la Lega ha toccato il 21% di consensi nell’Isola ed ha espresso due eurodeputate regionali, Francesca Donato ed Annalisa Tardino.
Poi però il partito ha iniziato un calo drastico, non tanto per la perdita di consensi a livello nazionale, dove anzi continua a rimanere la lista capofila del centrodestra, quanto per l’incapacità di costruire un dialogo stabile con il governatore Nello Musumeci e per il fallimento nell’edificazione di una dirigenza prettamente siciliana radicata sul territorio.
Lo dimostrano i movimenti in uscita all’Ars dove, prima Bulla e poi la Caronia, hanno abbandonato la nave di Matteo Salvini. Un calo di presenze che aveva persino messo in pericolo l’assessorato di Alberto Samonà, già un ripiego visto che Candiani aspirava allo scranno che ancora oggi è di Edy Bandiera, ovvero quello all’Agricoltura.
L’ingresso di Vincenzo Figuccia, deputato di lungo corso ex UdC, ha consentito di mantenere in vita il gruppo all’Ars. Un entrata che però ha provocato più di un malumore, soprattutto nel direttivo palermitano, dove Alessandro Anello è stato retrocesso da Commissario provinciale a quello cittadino.
Motivi, quelli di cui parlavamo sopra, che spiegano soprattutto la Caporetto dell’ultimo turno di amministrative isolane. Agrigento rappresenta il caso più lampante. Qui il commissario provinciale del partito Massimiliano Rosselli ha ottenuto soltanto 6 preferenze, con un misero 2,5% complessivo di lista. Una prestazione complessiva che vale meno del 3% di media, con due soli consiglieri eletti in tutta l’Isola.
Un fallimento che ha provocato mal di pancia soprattutto da parte di Francesca Donato che ha chiesto, senza mezzi termini, un cambio di passo con l’attuale gestione, per rilanciare nuovamente il partito nell’Isola.
LA CORSA ALLA SEGRETERIA REGIONALE
Da qui l’esigenza di un cambio di passo, palesata anche durante una cena avvenuta nelle ore successive all’udienza preliminare svoltasi a Catania nell’ambito del caso Gregoretti.
Qui Salvini ha ascoltato tutti i vertici del Carroccio siciliano presenti all’incontro. Assenti stranamente Alberto Samonà ed Igor Gelarda.
Una corsa prima a sei, poi diventata tre. Fra le candidature presentate vi era anche quella dell’altra eurodeputata Annalisa Tardino, sostenuta fortemente dal deputato nazionale Alessandro Pagano e dallo stesso Alberto Samonà.
Un rush finale ridotto infine a due alternative. Da un lato sembrerebbe esserci il parlamentare nazionale Nino Minardo, dall’altra l’attuale vicesindaco di Catania Fabio Cantarella.
Il parlamentare ragusano, secondo voci di corridoio, sarebbe sostenuto da un grossa fetta di rappresentanti isolani. Fra questi si collocherebbero l’eurodeputata Francesca Donato, i deputati regionali Orazio Ragusa ed Antonio Catalfamo; i due consiglieri palermitani Igor Gelarda ed Alessandro Anello, nonché il consigliere comunale di Messina Nino Bramanti. Una candidatura, quella di Minardo, che rispechierebbe le simpatie anche di Giancarlo Giorgetti, con cui il deputato ibleo ha un ottimo rapporto.
Al contrario Fabio Cantarella rappresenterebbe una sorta di continuità con la gestione Candiani. Il catanese è l’unico siciliano ad essere stato inserito nel direttivo nazionale proprio per volontà del segretario uscente.
Una candidatura sostenuta, secondo indiscrezioni, dal sindaco di Furci Siculo Matteo Francilia e da Vincenzo Figuccia, nominato recentemente commissario provinciale della Lega. Spiazzati invece Alessandro Pagano ed Alberto Samonà, che rimangono fra gli indecisi dopo la candidatura di Annalisa Tardino sembrerebbe essere tramontata.
Una battaglia che si preannuncia all’ultimo scambio di colpi. Una nomina che potrebbe incidere non solo sulle prossime liste in vista delle elezioni regionali del 2022, ma anche e soprattutto sui rapporti di forza in ambito nazionale.