Angelo Attaguile, segretario nazionale del movimento Noi con Salvini e deputato del Carroccio, non aveva avuto molti dubbi nei giorni scorsi a marcare le differenze e a dosare le distinzioni. Poi, a cose fatte, e a Giunta varata, anche se ancora non ufficializzata, ha esternato: “Usciamo da questa maggioranza politica e all’Ars andremo al gruppo Misto. Faremo un’opposizione costruttiva, valutando di volta i volta i singoli provvedimenti proposti dal Governo. La nostra posizione non è contro Musumeci che abbiamo sostenuto dal primo momento – aggiunge -, ma questa ricorsa alle poltrone non ci appartiene. Fratelli d’Italia non ha rispettato i patti siglati durante la campagna elettorale. E’ un comportamento da vecchia politica inconciliabile con noi”.
Secondo la Lega il posto in Giunta era un atto dovuto dopo l’esclusione del Carroccio dal listino di Musumeci, dove, invece, aveva trovato spazio il partito della Meloni. “Ho sentito Salvini, ovviamente c’è molta amarezza – spiega – e concorda con la nostra decisione di non fare un gruppo unico con FdI, ma di andare al Misto”.
A Sala d’Ercole la Lega è rappresentata da Tony Rizzotto, 36° deputato della maggioranza risicata di Musumeci. Una presenza che, dunque, è fondamentale per il governatore. “Con Musumeci non ci siamo sentiti nelle ultime ore – conclude Attaguile – d’altra parte non avevamo nulla da dirci, gli accordi erano tutti già stati fatti”.
Dopo il vertice di Scillato di sabato scorso lo stesso Attaguile aveva perso atto che le cose non si stavano mettendo bene per i leghisti di Sicilia.
Del resto la partita per l’assessorato, finito poi a Catania (Pappalardo) tutta interna a Fratelli d’Italia ha lasciato vittime illustri anche nella Sicilia occidentale. Una per tutte Giampiero Cannella, leader siciliano del partito di Meloni che ieri ha appreso della composizione della nuova giunta, qualche minuto prima di entrare negli studi della Rai dove si registrava Porta a porta.
Uno dei fattori che ha probabilmente depotenziato la trattativa dei leghisti con Musumeci è stato il mancato interesse di Alessandro Pagano, che, una volta venuta meno la possibilità di essere inserito nella rosa dei papabili alla Sanità, si è defilato. Almeno in questa fase.