Un festival con saltimbanchi e pupari, marionette e burattini, ombre e piccoli acrobati, narratori. Tutti artisti italiani. Che hanno invaso pacificamente i cortili, le stradine strette, le mura antiche delle cittadina medievale di Saint Jean-Pied-de-Port, ovvero la porta del Cammino per Santiago di Compostela, al confine tra Francia e Spagna.
E da lì si sono mossi a piedi verso Ibañeta altra tappa che guarda a Roncisvalle, il luogo, più virtuale che reale,- dove avvenne la grande battaglia tra saraceni e paladini, cantata dall’Ariosto. Un pellegrinaggio dell’arte e del teatro che il puparo siciliano Mimmo Cuticchio,ha avviato, chiamando a raccolta amici e colleghi che si sono riversati sui Pirenei, attesi dalla gente del posto che li segue con affetto.
Gli artisti si esibiscono ovunque, tra selfie e applausi: nei cortili e nelle piazzette, sui pianori e lungo il Cammino di Santiago, incrociando i pellegrini. A distanza di oltre 1200 anni, raggiungeranno il famoso “piano” dove avvenne la battaglia e dove, dinanzi alla lapide che ricorda la caduta di Orlando e di settanta paladini, Mimmo Cuticchio domani riproporrà il suo cunto antico.
Il teatro riesce quindi a riunire fronti diversi, come ha ricordato il Papa quando ha “consegnato” agli artisti siciliani, il suo messaggio di pace da portare a Roncisvalle. Al pellegrinaggio di Mimmo Cuticchio e degli artisti, si sono uniti anche dodici Pari, intellettuali impegnati che vogliono portare il loro messaggio di pace e di tolleranza.
Per strada, ad ogni tappa, il pupo Orlando, partito da Palermo “nudo e crudo“, riceve un “capo“, un elemento: la corazza, l’elmo, la tunica. La spada no, quella Mimmo Cuticchio la sta costruendo via via, con rami e arbusti raccolti lungo la via verso Ibañeta.
Il pellegrinaggio di Cuticchio e il cunto finale chiudono l’edizione di quest’anno de La Macchina dei sogni, il festival di teatro di figura inserito in Palermo Capitale Italiana della Cultura.