“La legge approvata dall’Assemblea regionale siciliana ci lascia per molti aspetti insoddisfatti”, così il presidente dell’Asael, Associazione siciliana amministratori Enti locali, Matteo Cocchiara saluta l’ultima mini riforma varata dall’Ars questa settimana.
“Primo fra tutti, non possiamo apprezzare l’ulteriore ed ennesimo rinvio dell’elezione degli organi delle ex province – spiega Cocchiara – né possiamo apprezzare un metodo che non risolve problemi generali quanto piuttosto quelli di taluni enti”.
A preoccupare l’associazione siciliana degli amministratori è però, forse uno degli aspetti più riformatori: la possibilità nei piccoli comuni di ricorrere al terzo mandato. “Questo aspetto pur essendo per certi versi positivo – spiega il presidente Cocchiara – non risolve la profonda crisi della politica locale che si esprime spesso nella mancanza di candidati alle cariche pubbliche nei Comuni. Così – aggiunge Cocchiara – il meccanismo della rappresentanza democratica ne esce ancora di più inceppato. Il vero problema è che esiste una certa diffidenza a intraprendere una sindacatura. Oggi infatti rivestire la carica di sindaco è diventato un peso enorme. Pertanto – chiosa – la vera riforma degli Enti locali sarà quella che agevolerà davvero l’operato delle amministrazioni locali”.
Positivo è invece il giudizio dell’Asael sulla riforma dello scioglimento dei Comuni in caso di mancata approvazione dei documenti contabili. Lo scioglimento adesso sarà la sanzione per la sola approvazione del bilancio preventivo. Mentre, secondo la norma in vigore prima della recente modifica, i commissari si sarebbero dovuti insediare anche nei casi in cui il Comune non approvava nei termini il più complesso bilancio consuntivo.
“Al governo Musumeci e al nuovo assessore alle Autonomie Marco Zambuto – conclude il presidente dell’Asael Matteo Cocchiara – chiediamo un intervento di totale riscrittura e armonizzazione dell’Orel, il testo unico sull’Ordinamento regionale degli Enti locali. L’esigenza di riscrivere il sistema degli Enti locali non è più rinviabile. Questa è la madre di tutte le riforme”.