“Dispiaciuto forse non è il termine corretto, però noi speravamo di vincere, voglio essere onesto. Agrigento pensava di potercela fare per tante cose però mi piace che nelle motivazioni ci siano tante di quelle cose che nel nostro dossier avevamo messo in luce. Questo manifesta l’apprezzamento verso un percorso che è in grande avvio e che sta dando buoni frutti anche in termini di coesione sociale”.
Così Lillo Firetto, sindaco di Agrigento, commenta la mancata designazione della Città dei Templi a Capitale Italiana della Cultura 2020, andata invece a Parma, la città guidata dal sindaco Pizzarotti, ex del Movimento 5 Stelle, da tempo in polemica contro i grillini.
“Agrigento che è il primo lembo sud-est dell’Italia e vorrei dire dell’Europa – aggiunge Firetto -, è impegnata in questo cammino di accoglienza nel segno di una grande vocazione che le è propria. Inoltre festeggia nel 2020, 2600 anni dalla sua fondazione, quindi è un caso unico più che raro. Lo festeggia in un momento in cui non solo è impegnata in questa grande missione di accoglienza, con dei costi finanziari importanti e significativi – sottolinea -, ma sta sviluppando un ruolo importante dal punto di vista della crescita culturale e anche dei flussi turistici”.
“Siamo cresciuti – prosegue Firetto – l’anno scorso del 24% e il dato consolidato a gennaio di quest’anno è del 29%, quindi penso sia un bel caso e una bella esperienza da poter raccontare al paese e avrebbe potuto, cosi’ come Parma ed altre realtà, rappresentare davvero un racconto di ciò che accade in termini di crescita culturale e di attrattività”.