La notizia della scomparsa di Mariarita Sgarlata ha scosso il mondo della cultura. Il ricordo di Andrea Giostra, suo amico, col quale ha condiviso diversi progetti di arte e cultura, tra cui una bellissima mostra sulla Sicilia dei Viceré nell’età degli Asburgo.
PREMESSA
Mariarita Sgarlata è donna siciliana preziosa e molto speciale. Nella sua professione ha dimostrato di essere una donna competente, intelligente, colta, appassionata della gente siciliana per bene e amante della sua isola, che è anche la mia, la Sicilia! Una terra che ha studiato per tantissimi anni divenendo professore associato e professore a contratto in diverse università italiane ed europee; un tecnico tra i massimi esperti siciliani della cultura, dell’archeologia e della storia siciliana. Ha avuto un incarico di governo regionale, Assessore ai Beni culturali e all’Identità Siciliana, che ha ricoperto con grande passione e competenza.
La conobbi in quell’occasione e da allora collaborammo alla stesura e alla progettazione di diversi progetti di arte e di cultura molti dei quali rimasero monchi perché costretta alle premature dimissioni! Altri furono realizzati come la bellissima nostra su “La Sicilia dei viceré nell’età degli Asburgo” che inaugurò e che fu la sua prima uscita pubblica nella veste di neo Assessore ai Beni Culturali della Regione Siciliana. In questo bel servizio la sua intervista su questa bellissima mostra ospitata dal Rettorato dell’Università degli Studi di Palermo:
Un incarico politico che Mariarita vestì con grandissima competenza e professionalità, ma al quale dovette prematuramente rinunciare per immonde calunnie che le vennero scagliate addosso con pusillanimità, pochezza morale, intellettuale e culturale (dalla stessa gente che oggi – leggo dai social e da diversi magazine – la piange e la rimpiange definendola amica apprezzata e cara! Ma si sa, l’ipocrisia e l’indecenza non hanno limiti in questa nostra Sicilia!).
Pochi mesi dopo l’abbandono del suo incarico politico, ha denunciato pubblicamente, con un bellissimo saggio, il parassitismo dei burocrati e dei tanti politici siciliani di governo di allora che odiano la bellezza e la cultura della Sicilia!
È per questo che oggi vi consiglio di acquistare e di leggere il suo libro.
Mariarita, subito dopo la pubblicazione, me lo regalò e mi pregò di leggerlo… io lo divorai in un giorno. Ci scrissi una recensione. Quando gliela spedii, Mariarita, dopo averla letta, mi chiamò perché aveva molto apprezzato quello che scrissi e mi ringraziò con affetto… quell’affetto e quella stima che sono e rimarranno reciproci.
Oggi ricordo quella telefonata con grande gioia.
Quella a seguire è la recensione del suo libro che scrissi allora.
È un saggio – oggi più che mai – da leggere assolutamente, dal quale emergono tante verità che fanno ribrezzo alla gente di Sicilia per bene, e che sono odiate e rinnegate (le verità di Sgarlata!) dalla classe dirigente della Regione Siciliana e dai tanti politici che la popolano da anni e anni.
LA RECENSIONE
La prima cosa che m’è venuta in mente leggendo il titolo di questo scritto, saggio, resoconto, disvelamento, denuncia pubblica, faro puntato dentro la burocrazie e la politica più miope della più bella isola del mediterraneo, anzi, pardon che dico, del mondo intero – in effetti non so come definirlo questo bellissimo scritto perché, forse, è limitativo “de-finire” questo lavoro di Mariarita Sgarlata… comunque sia… dicevo, la prima cosa che m’è venuta in mente è stata quella di chiedermi il perché di questo titolo così ermetico e altisonante al contempo, di non immediata comprensione visto che stiamo discutendo di cultura, di beni architettonici, archeologici, storici. Allora ho consultato uno dei miei più fidati consiglieri in proposito, “Treccani”, e mi ha spiegato cosa significano esattamente le due parole del titolo.
La prima:
“Eradicazione”: «eradicazióne s. f., Sradicamento, in senso proprio e figurato. In igiene, eliminazione completa e definitiva di una malattia. Il termine è usato anche in altri ambiti come l’agronomia, la zootecnia, la parassitologia, per indicare la totale scomparsa di una specie dannosa o patogena da una particolare area, in seguito all’azione condotta dall’uomo con metodi chimici o biologici». Ma che c’azzesca la cultura e i beni culturali con la parassitologia, con la zootecnica, con l’agronomia? Sgarlata, ma che titolo hai scelto? Boh?
Passiamo alla seconda parola:
“Artropodi”: «artròpodi s. m. pl., dal latino scientifico Arthropoda, composto di arthro-«artro-» e -poda (vedi -pode)]. Nella classificazione zoologica, tipo animale che comprende i pantopodi, i crostacei, i merostomi, gli aracnidi, i miriapodi e gli insetti: sono animali a simmetria bilaterale, metamerici, provvisti di appendici articolate (da cui il loro nome), e corpo ricoperto di chitina; hanno sessi generalmente separati con dimorfismo sessuale spesso assai vistoso; lo sviluppo postembrionale, per la scarsa elasticità della cuticola chitinosa, avviene mediante mute, spesso connesse con vistose metamorfosi.» Ma di cosa stiamo parlando? Di epidemie infettive, di parassiti, di obbrobriosi e schifosissimi invertebrati che divorano la qualsiasi e distruggono tutto? Ma che c’azzecca con la cultura, Sgarlata? Ma che fai di mestiere? La biologa, la chimica, la scienziata?
Quello che dovevo fare adesso era di vedere qual è il vero mestiere dell’autrice, i suoi studi, la sua cultura, per capire se ha voce in capitolo oppure è una biologa che parla di arte e di archeologia, pi capirici n’anticchia, si direbbe in Sicilia. Non è che dobbiamo chiedere ad una brava casalinga con la terza media di parlarci di Ricerca Scientifica, di Università e di Istruzione nel nostro Paese? Questi non sono eventi che possono accadere in un Paese serio come l’Italia. Nessuna persona sensata ed equilibrata chiederebbe mai una consulenza sull’Istruzione, sull’Università, sulla Ricerca Scientifica ad una simpatica signora con la licenza media. Sarebbe una cosa da pazzi! Tanto per usare una metafora assai fantasiosa.
Ebbene, recuperando il curriculum vitae della nostra scrittrice, scopro che la Sgarlata Mariarita è un’esperta di archeologia e di beni culturali di fama internazionale: Laureata in Lettere Classiche presso l’Università degli Studi di Catania, specializzata in Archeologia Medievale presso la Scuola Nazionale di Archeologia a Roma, ricercatrice nel settore Archeologia Cristiana e Medievale presso l’Università degli Studi di Cassino, docente presso il Pontificio Istituto di Archeologia Cristiana a Roma, l’Università degli Studi di Foggia, l’Università Sorbonne-Paris IV, direttrice di scavi archeologici a Paphos (Cipro), a Rif (Marocco), a Siracusa; e per finire, Assessore Regionale ai Beni Culturali e all’Identità Siciliana dal mese di aprile 2013 al mese di aprile 2014, e a seguire, Assessore Regionale al Territorio e Ambiente dal mese di aprile 2014 al mese di settembre 2014.
Qui – mi dico – la cosa seria diventa! Questa qua è una vera esperta nel suo lavoro che ha fatto anche l’Assessore Regionale e quindi ci capisce assai di queste cose, ci capisce assai di quello che ha scritto, ci capisce assai delle cose che ho letto e che mi hanno fatto arrizzari li carni!
I parassiti, i virus, le micidiali zecche, nella realtà si trovano nei Parchi Archeologici siciliani nei quali la disinfestazione e l’igiene piangono, e da quello che hanno scritto tutti i giornali, quando è stato pubblicato questo libro, è da quinto mondo; ma il problema più pericoloso è che questi parassiti, questi virus, queste zecche killer della cultura, dello sviluppo turistico, della bellezza dei beni archeologici e architettonici della Sicilia, dalle erbacce secche e puntute dei Parchi Archeologici si sono trasferiti nelle stanze dell’alta burocrazia regionale, nelle commissioni parlamentari, e nelle aule del parlamento regionale dove hanno creando un impermeabile e indistruttibile habitat naturale
E in questo caso che si fa? Per capirci, mi sono fatto consigliare da un mio amico scienziato infettivologo, batteriologo ed esperto in epidemie parassitarie e virali, e mi ha spiegato che per aumentare e migliorare il tasso di eradicazione, ovvero di distruzione totale e definitiva di parassiti e di virus, bisogna individuare uno specifico trattamento, una terapia che si basi principalmente su presupposti empirici, verificare l’efficacia del trattamento farmaceutico, e aumentare la durata del tempo finché non si sarà distrutto ogni singolo parassita, ogni singolo virus, utilizzando i più potenti antibiotici e antiparassitari in commercio.
Ora tutto chiaro mi è. Ora ho capito quello che ho letto. Ora è lapalissiano quello che occorre fare perché quest’isola, la Sicilia, che possiede un patrimonio culturale, architettonico, archeologico immenso possa valorizzarlo per davvero facendolo diventare un potere culturale, economico e imprenditoriale di levatura planetaria. Quello che occorre fare lo scrive Sgarlata nel sul lavoro, che narra di fatti realmente accaduti e della sconcertante incompetenza e insulsaggine burocratica e politica insieme.
Ma per conoscere tutto questo, il lettore dovrà comprare e leggere con attenzione e senso critico il saggio “Eradicazione degli artropodi”, così se avrà capito per davvero, almeno la prossima volta che darà la sua fiducia agli stessi che hanno creato questi danni incalcolabili e scellerati, saprà di esser complice cosciente e non spettatore passivo della disfatta di questa terra disgraziata, come avrebbero detto Leonardo Sciascia e, perché no, anche Danilo Dolci che di spreco e depravazione ne avevano capito assai!
Il saggio “L’eradicazione degli artropodi”
https://edipuglia.it/articoli/leradicazione-degli-artropodi/
Andrea Giostra
https://andreagiostrafilm.blogspot.it
https://business.facebook.com/AndreaGiostraFilm/
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