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La mamma dei politici disonesti è sempre incinta. L’ultima inchiesta in ordine di tempo che ha portato ai domiciliari l’ex presidente del Consiglio comunale di Messina non è altro che la punta di un iceberg di una politica malata e corrotta che, in Sicilia come altrove, tarda a tramontare.
Il dato che emerge è che i partiti continuano ad essere inquinati da furbetti e furbastri, che utilizzano la politica come strumento di scasso per rubacchiare qua e là e arricchirsi a scapito dei cittadini e delle istituzioni che dovrebbero onorare con il proprio comportamento. Questo, ovviamente, va al di là della vicenda di Messina (la magistratura accerterà eventuali responsabilità e gli indagati potranno chiarire la loro posizione), ma è un andazzo generalizzato a cui dev’essere posto un termine una volta per tutte.
La politica faccia pulizia al suo interno e selezioni i migliori e non la feccia, come purtroppo è spesso avvenuto fino a oggi. Torni a essere un servizio nei confronti della comunità e del territorio, restituendo dignità a se stessa. E i cittadini scelgano i migliori, non chi schiaccia un occhiolino pretendendo in cambio indegne controprestazioni.
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