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La rabbia di Lombardo dopo la condanna: “Non mi meraviglio. In futuro potrei fare il pittore” | L’intervista

giovedì 11 Luglio 2019

Rabbia che non si può esternare. Questa potrebbe essere la polaroid scattata dell’ex Presidente della Regione siciliana, Raffaele Lombardo, a seguito della sentenza dei giudici della prima prima sezione della Corte D’Appello di Catania.

Lombardo e il figlio Toti sono stati condannati ad un anno ciascuno, pena sospesa, per reato elettorale. Insieme a loro Ernesto Privitera, Angelo Marino e Giuseppe Giuffrida. Al centro dell’inchiesta sfociata nel processo, le elezioni regionali dell’ottobre 2012 in cui Toti Lombardo, venne eletto deputato nella lista Mpa, e di quelle politiche immediatamente successive, nel 2013, durante le quali, invece, la lista Mpa con Raffaele Lombardo capolista, non superò la soglia di sbarramento. L’accusa avrebbe rilevato il reato di voto di scambio con uno dei personaggi che ruotano attorno alla sfera politica dell’ex governatore siciliano, quello di Ernesto Privitera, già consigliere circoscrizionale della prima municipalità che, nel corso di varie intercettazioni, si sarebbe vantato del sostegno elettorale dato ai Lombardo, pretendendo in cambio favori per l’assunzione del cognato, Giuseppe Giuffrida e del cugino Angelo Marino, il primo poi assunto effettivamente per tre mesi nella società di raccolta rifiuti Oikos. Il procedimento è stato istruito dopo il ricorso della Procura contro la sentenza di assoluzione con la formula “perché il fatto non sussiste” emessa dal Tribunale monocratico presieduto da Laura Benanti il 29 ottobre 2015.

Presidente si aspettava questa decisione?

Sono molto arrabbiato, mi aspetto di tutto e non mi meraviglio più di niente.

In che senso…

Ricorrerò in Cassazione contro un vero e proprio misfatto. Perché scambi elettorali io non ne ho mai subiti. Berlusconi nel 2008 pur di non candidarmi alla Presidenza della Regione, mi ha offerto una poltrona da deputato e il ministero per il Sud. Io che non accetto scambi sono andato per la mia strada.

Ma la corte di Appello ha deciso diversamente…

Ma guardi, se ci fosse stata una nuova prova a nostra carico, se mai c’era una tesi ben sostenuta sull’utilizzabilità di queste intercettazioni. Intercettazioni, che sono state acquisite quando si indagava per presunti mafiosi. I quali sono stati dimenticati, archiviati, esclusi dal processo. Invece si è continuato su quel presupposto che veniva meno, dal momento che non c’è nessuna aggravante, la cui inutilizzabilità era più che fondata.

Per lei queste intercettazioni non hanno rilevanza?

Vorrei solo far capire che Privitera è un mio amico da sempre. Gli avevo chiesto di votare per le regionali del 2012 un altro candidato e non mio figlio, esattamente Giuseppe Arena. Ma lui ha preteso di votare mio figlio. Io non ci tenevo che Toti fosse il primo degli eletti. Infatti è stato Nicola D’Agostino.

Mi sembra di capire che in merito alla sua condanna ha più che una perplessità…

Io non penso niente ed è giusto che non pensi nulla. Mi dicono che ieri, in aula, durante l’attesa del giudice, si sono sentite delle urla. Quindi forse c’è stato qualche dissenso, nel collegio, per la decisione presa.

Suo figlio tornerà a fare politica?

Mio figlio grazie a Dio ha smesso di fare politica. Non ha più frequentato l’Assemblea Regionale e ha deciso di non candidarsi più, perchè vuole fare l’avvocato. Ha superato già gli scritti per l’abilitazione alla professione. La politica non è più nel suo orizzonte.

Lei che farà adesso?

Io continuerò ad occuparmi di politica per hobby. Non posso cominciare alla mia età a fare lo psichiatra. Forse il pittore sì. Quando ero Presidente della Regione, durante le riunioni o le conferenze stampa, facevo sempre dei disegni con la penna. Ne ho un centinaio. Un giorno di questi farò un’esposizione.

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