Migliaia di condannati rinchiusi al buio, con poco cibo, laceri: accusati di eresia, negromanzia e stregoneria. Sono i prigionieri dell’Inquisizione spagnola, che hanno lasciato le loro storie sui muri delle carceri del Segreto, a Palazzo Steri a Palermo.
L’Inquisizione spagnola in Sicilia è durata tre secoli, dal 1492 fino al 1782, ma di quel periodo si è saputo molto poco fino agli inizi del Novecento, a causa della decisione di dar fuoco agli archivi del Sant’uffizio, presa dal vicerè Domenico Caracciolo.
Solo la scoperta casuale dei graffiti, ha permesso di studiare quel periodo buio. Secoli ripercorsi da Michela Ponzani con la professoressa Vittoria Fiorelli a “Il Tempo e la Storia”, il programma di Rai Cultura in onda, giovedì 27 luglio, alle 20.30 su Rai Storia.
I detenuti sono sottoposti alla tortura della corda e processati pubblicamente nelle cerimonie di Autodafe’. I disegni, i motti e le poesie delle migliaia di prigionieri delle carceri del Segreto siciliane sono una testimonianza storica unica al mondo.
Un percorso ricostruito grazie alle interviste degli studiosi siciliani: il rettore dell’Università di Palermo, Fabrizio Micari che racconta dell’incredibile scoperta dei graffiti, avvenuta casualmente per opera dall’antropologo Giuseppe Pitre’ nel 1906 e di altri disegni scoperti da Leonardo Sciascia nel 1964; la professoressa Giovanna Fiume studiosa del significato dei graffiti e disegni e degli archivi del Sant’Uffizio di Madrid; don Giovanni Vitale, vicedirettore dell’archivio vescovile di Monreale, che mostra le carte processuali dei prigionieri accusati di stregoneria; Filippo Guttuso, dirigente del Servizio Spazi Etnoantropologici del Museo Giuseppe Pitrè, che spiega il significato e l’uso di alcuni oggetti “magico-religiosi” capaci di raccontare la memoria di un’isola, crocevia di molte culture.
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