La bozza del ‘manifesto’ è pronta, sulla scelta del simbolo il confronto è in corso su tre proposte grafiche. Il mondo variegato del popolo della sinistra sembra avere abbandonato i vizi d’un tempo. A Palermo le tante anime – da Sel a Prc fino alle associazioni civiche e ai movimenti – si sono compattate per le amministrative di primavera. La lista dei candidati al consiglio comunale è definita, dentro ci sono pure due dipendenti del call center di Almaviva, l’azienda al centro di una lunga e faticosa vertenza. La sintesi su simbolo, programma e il via libera alla lista arriverà dall’assemblea che si riunirà sabato alle 10 a palazzo Cefalà, in via Alloro a Palermo.
“Tutti insieme discuteremo della proposta di un manifesto per la costituzione di un’associazione/assemblea cittadina che, attraverso il confronto costante e l’elaborazione condivisa, diventi per le cittadine e i cittadini il luogo della scrittura di un programma di governo di sinistra per la città” è il messaggio lanciato sulla pagina Facebook “la Sinistra per Palermo”, nome provvisorio di un movimento che intende dare una impronta decisa al nuovo corso. Il sostegno alla ricandidatura di Leoluca Orlando è garantito. “Questo percorso – spiega Erasmo Palazzotto, parlamentare di Sel – nasce attorno all’esperienza di Orlando, sulla cui amministrazione diamo un giudizio positivo nel suo complesso, caricandoci la sfida di migliorare alcuni aspetti del governo della città. Anche se è cambiato molto in questi ultimi quattro anni, è necessario intervenire su alcuni aspetti irrisolti”. Palazzotto mostra entusiasmo sul percorso avviato: “Nessuno è rimasto fuori, l’assemblea esprime l’intero mondo variegato della sinistra”. Perché l’obiettivo del progetto è quello di creare un soggetto civico/politico che dialoghi e aiuti Orlando. “E’ vero che il professore è stato un uomo solo al comando – argomenta Palazzotto – anche perché non c’è stata una forza politica e sociale strutturata che svolgesse il ruolo di intermediazione tra il sindaco e i cittadini”. E aggiunge: “Vogliamo intervenire sul rapporto tra l’amministrazione e la città, dando voce ai cittadini e non lasciando le leve delle decisioni al rapporto tra chi amministra e i partiti”. L’idea della “Sinistra per Palermo” è quella di creare luoghi permanenti di confronto per fornire spunti all’amministrazione. “E’ un laboratorio – prosegue Palazzotto – E ci sono tutti gli elementi perché il progetto sia vincente. Non mi era mai capitato di vedere il mondo di sinistra così in armonia. Per raggiungere questo risultato ognuno ha fatto la propria parte, a cominciare da Sel e Rifondazione comunista che hanno fatto un passo indietro per consentire ad altri di farsi avanti e diventare protagonisti di una idea nuova, il livello di cooperazione che abbiamo raggiunto è altissimo”.
La sinistra, insomma, è viva e vuol far sentire la propria voce dopo tanti anni di spaccature e di sonnolenza. Guarda al suo interno anziché a quello che succede in casa d’altri. Nel Pd, per esempio. I “cugini lontani” stanno cercando di trovare un accordo con Orlando, attraverso un metodo che Palazzotto boccia. “In questi anni di amministrazione Orlando il Pd è stato all’opposizione, ha fatto una guerra inutile su tutto senza avere una proposta – riflette il parlamentare di Sel – Perché ora decide di sostenere Orlando? E’ evidente che parliamo di un partito allo sbando che non riesce neppure a esprimere un proprio candidato e allora come ultima chance per evitare di scomparire si gioca la carta del sostegno al sindaco. Facciano invece autocritica, spieghino perché hanno osteggiato Orlando e quale programma intendano portare avanti per la città. Il punto è che non c’è nulla di tutto questo, stanno solo facendo una operazione politica. Il loro vero obiettivo è la Regione, sacrificano Palermo, aggrappandosi a Orlando, con la speranza di giocarsi le proprie carte per le regionali. E’ il solito Pd, che discute solo di alleanze e sistema di potere. Da parte mia non c’è alcun motivo per cui il Pd debba fare parte della coalizione a sostegno di Leoluca Orlando, il quale non credo proprio che abbia bisogno del Pd per vincere, anzi quel partito gli può portare solo problemi. Il professore fa bene a tenere alla larga quel partito, non ci guadagna niente ad averlo dalla propria parte: solo rogne”.