L’Isola che annaspa e arranca, che, in piena estate, ha un aeroporto, dei due principali, a mezzo servizio e ne ha dovuto chiudere un altro, si prepara a vivere un’altra giornata di calvario. Incendi, blackout, strade che non collegano e possono essere utilizzate solo a metà. Reti elettriche che danzano in un ”dumping” senza fine, lasciando i siciliani e i turisti, siculi di passaggio, disorientati, stremati, sfiduciati, ma soprattutto senza aria condizionata.
Dalle utenze domestiche alle strutture che ospitano anziani e persone sofferenti, rese ancora più vulnerabili e a rischio, l’emergenza energetica rischia di bussare alle porte. L’avvilimento è di passaggio, ma la cultura di anticipare l’imprevisto è l’unica regola che il clima impazzito, al mattino bomba d’acqua e la sera afa a go- go e incendi in agguato, detta incondizionatamente.
Si è già fatto un gran parlare della necessità di ripensare stili di vita e schemi con cui solitamente interpretiamo la realtà di tutti i giorni.
Per ottenere questo risultato ci vuole l’impegno non solo dei governi, ma anche della società civile, in quanto cambiare il sistema significa affrontare il modo di concepire innanzitutto i servizi, ma anche dell’ economia, dell’agricoltura, dei sistemi produttivi. La Sicilia delle incompiute, dei tempi morti, delle ambizioni che rimangono nel cassetto, per sopravvivere alla sua indolenza e non essere stroncata dai propri difetti deve accelerare partendo da queste premesse. O rischiare un lento e letale passo del gambero.
Dovremo passare, nella regione meno “tedesca” d’Europa per precisione, organizzazione e metodo, dalla gestione della prevenzione, alla cultura capillarizzata della prevenzione e della gestione del rischio. Questo è forse l’unico modo di affrontare un futuro più solido e meno eventuale.
Non solo dunque Protezione civile, ma anche e soprattutto una task force operativa e di concetto che serva da promemoria sempre e si traduca in supporto operativo nell’ora del bisogno. Cercando solo la “via breve” e proseguendo senza visione, l’azzardo sarà severo. Come in questi giorni che stiamo vivendo.