Ismaele La Vardera, capogruppo all’Ars di Sud chiama Nord e vicepresidente della commissione regionale Antimafia, come sta vivendo la dimensione di candidato più giovane della circoscrizione “Isole”; come si avvicina agli elettori siciliani una proposta d’interesse per queste elezioni Europee?
“Portare freschezza in Europa, è questo quello che serve a Bruxelles. Sono il candidato siciliano più giovane per la Sicilia e la Sardegna e non a caso. Con Cateno abbiamo fatto una riflessione quando si è trattato di scegliere chi avrebbe partecipato alla competizione elettorale. I problemi legali all’accesso al mondo lavorativo, le politiche studentesche e tutto quello che riguarda le consulte sono carenti in Sicilia quindi chi meglio di un giovane può parlare ai giovani? Detto questo da ormai due mesi giro per i territori, ho toccato tutte le provincie della nostra Isola e mi sono messo le mani ai capelli. C’è tanto lavoro da fare”.
Perché la maggior parte dei dossier aperti tra Ue e Sicilia sono ancora irrisolti?
“Perché la Sicilia è cruciale in tutti i rapporti che riguardano la comunità europea. Agricoltura, pesca, sostenibilità e immigrazione sono tutti temi centrali per il Parlamento europeo e gli assetti politico-economici che ci sono fra gli Stati membri. Bisogna far capire all’Europa che non tutto può essere ‘standardizzato’ con politiche comuni perché paragonare l’Italia ad un paese del nord Europa quando si tratta, per esempio, di ecosostenibilità, agricoltura o ancora migrazione è da scellerati”.
L’affluenza alle urne nell’Isola ancora una volta appare a rischio, quali azioni di motivazione si possono esercitare oggi su un popolo deluso come quello di Sicilia?
“Come si può dare torto ai siciliani, quando i grandi partiti vanno a bussare alla loro porta solo quando si tratta di votare per poi abbandonarli? La gente è disillusa per tutto: oggi fare politica non è una cosa di cui andare fieri, basta vedere ogni giorno quello che scrivono i giornali sui politici. E anche se sembra assurdo proprio questo è il motivo che dovrebbe convincere i siciliani ad andare a votare, noi possiamo liberare questa terra, come direbbe il nostro leader Cateno De Luca: da questa ‘cappa politico-mafiosa”.
La vostra azione di opposizione al governo Schifani come si articolerà dopo questa tornata elettorale e soprattutto a quali norme state lavorando a Sala d’Ercole?
“In cantiere abbiamo diversi disegni di legge: ma la vera domanda è quando le commissioni parlamentari le prenderanno in considerazione. Sicuramente quello che riguarda il crack e le dipendenze è in pole position per andare in aula. I numeri dicono che sono fra i deputati regionali più produttivi e presenti ad oggi ma purtroppo siamo all’opposizione e non al governo. Per quanto riguarda la nostra azione, non si è fermata neppure ora che siamo in campagna elettorale: siamo multitasking, sperando che i siciliani apprezzino il nostro lavoro e la buona amministrazione per realizzare il nostro progetto politico che vedrà Cateno De Luca prossimo presidente della Regione”.