GUARDA IL VIDEO IN ALTO
Nell’immaginario collettivo, un po’ in tutto il mondo, e purtroppo spesso ancora oggi, se dici Sicilia dici mafia. Un binomio stereotipato che pesa su tutti noi. Pesa ancor di più al comune di Corleone e ai suoi abitanti dove se da un lato la storia di mafia è un fatto concreto, dall’altro la narrazione cinematografica e televisiva continuano a lanciare i soliti messaggi che si scontrano con la voglia di voltare pagina e andare avanti.
A fare discutere in questi giorni sarebbe la produzione e programmazione dell’ennesima fiction di mafia “Lady Corleone” che vede l’attrice Rosa Diletti Rossi interpretare il ruolo di una ragazza appassionata di moda, ma cresciuta in una famiglia mafiosa nel nord Italia. Il cognome della protagonista della serie sarebbe proprio Corleone.
Per questo motivo il sindaco di Corleone Nicolò Nicolosi stavolta non ci sta e intende “difendere la sua comunità – si legge in un comunicato stampa- da immagini poco rappresentative della realtà odierna, ma che evocano un tempo ormai remoto”.
Nei giorni scorsi, insieme all’assessore alla Cultura e alla legalità Giusy Dragna, ha inviato formale diffida a Mediaset e alla società TAODUE sull’utilizzo del nome Corleone a fini commerciali.
Intervistato ai nostri microfoni ci ha spiegato che la sua Corleone è cambiata nonostante la storia non si possa cancellare: “Non c’è dubbio che questo dato esiste, Corleone in tutto il mondo viene accoppiato al binomio mafia. Corleone mafia è un binomio esistente, lo comprendiamo e stiamo combattendo con le giovani generazioni per cambiare questo destino che, purtroppo, appartiene anche ai corleonesi di oggi. Essere identificati come soggetti in qualche modo assimilabili alla mafia, anche se c’è tantissima gente per bene”.
Da anni ormai la città è impegnata in una costante attività antimafia ed è parte attiva in numerosi progetti che hanno come filo conduttore la legalità. Dal 2000 con l’inaugurazione del CIDMA (il Centro internazionale di documentazione sulle Mafie e del Movimento Antimafia) si è andata consolidando una azione educativa e formativa in collaborazione con le scuole del territorio, che progressivamente ha consentito a famiglie e giovani di Corleone di considerare la mafia un disvalore che ha procurato danno alla città e ai cittadini.
La parola d’ordine per il primo cittadino è consapevolezza: “La consapevolezza che ci sono patrimoni e intelligenze, tra questi anche tanti che hanno combattuto e sono caduti combattendo la mafia da Bernardino Verro a Placido Rizzotto, e che testimoniano che una reazione della società civile c’è stata e si accentua sempre di più. Non vogliamo che i riflettori su Corleone si spengano, ma vogliamo che restino accesi per far vedere la nuova Corleone, quella si sta affermando e sarà la Corleone dei prossimi anni” conclude Nicolosi.