I “divergenti” della politica siciliana. Nella politica regionale sono coloro i quali non si ritrovano negli attuali schemi di coalizione. Lui è il sindaco della quinta città d’Italia. Loro sono rispettivamente un ex presidente della Regione e il più volte ex presidente dell’Ars: Roberto Lagalla, Raffaele Lombardo e Gianfranco Miccichè. Storie diverse. Un futuro politico che si interseca. Almeno così sembra. In Sicilia si sta generando un nuovo asse istituzionale. Un’intesa figlia di una voglia di uscire dalla logica di un centrodestra che appare, ai loro occhi, sempre più destra e meno centro. L’idea è di costituire un patto federativo che possa rappresentare una valida alternativa per i siciliani nei prossimi appuntamenti elettorali. Ma bisognerà procedere per gradi. Altrimenti si rischia di fare la fine di Icaro, il quale si avvicinò troppo al Sole e finì per perdere le sue ali di cera cadendo così in mare.
Le basi del patto federativo
Le bocche fra gli addetti ai lavori coinvolti restano praticamente cucite. Ma in molti guardano a questo nuovo soggetto politico con particolare interesse. Deputati regionali, sindaci e consiglieri comunali. Alcuni si sono esposti, come gli esponenti di Lavoriamo Per Palermo e dell’MpA. Altri rimangono in attesa per capire come si svilupperà la situazione. Intanto loro, i divergenti, continuano a fare incontri e a definire la rete territoriale. L’ultimo è avvenuto nel pomeriggio di mercoledì a Palermo. Un vertice informale nel quale i tre leader hanno provato a delineare i prossimi passaggi in un momento politico decisamente complicato.
Raffaele Lombardo, al momento federato con Forza Italia, non è rimasto soddisfatto dalle nomine della sanità siciliana. Gianfranco Miccichè ha perso da tempo il suo ruolo di coordinatore regionale all’interno della compagine azzurra ed è in cerca di riscatto. Roberto Lagalla è invece il protagonista al Comune di Palermo. Al momento però, il sindaco ha uno scontro in atto con il detentore dei poteri a Palazzo d’Orleans. Ad accendere la miccia, più o meno, è stata la polemica lanciata dai renziani sull’attribuzione dei poteri commissariali per l’emergenza rifiuti a Renato Schifani. A dire il vero, la brace era già calda da prima, infuocata da una processo di privatizzazione dell’aeroporto di Palermo che convince l’ex presidente del Senato ma non l’ex assessore regionale all’Istruzione, il quale però detiene le nomine di 4/5 del CdA di Gesap.
Obiettivo: coinvolgere i sindaci
Visioni diverse che oggi si stanno ripercuotendo anche sulle future nomine di sottogoverno al Comune di Palermo, i cui tempi si stanno dilatando sempre di più. Non va di certo meglio all’Assemblea Regionale Siciliana, dove per l’ennesima volta è stato affondato il ddl sugli enti locali. Una proposta di riforma rimasta al palo a causa delle spaccature politiche in aula, interne ed esterni ai partiti. Fatto che ha lasciato scontenti tanti sindaci dell’Isola o aspiranti tali. Ed è proprio dai primi cittadini siciliani che il patto federativo di Lagalla, Lombardo e Miccichè potrebbe partire. In questi giorni, i tre avrebbero intrattenuto una serie di incontri informali con alcuni sindaci della provincia di Palermo. Sarebbero almeno una decina quelli contattati. Qualcuno è già interno all’MpA. Altri osservano l’evolversi della situazione con partecipata attenzione.
Il discorso sembrerebbe già più avanzato in provincia di Trapani. Luogo nel quale Lombardo si è recato mercoledì sera per fare il punto della situazione. L’obiettivo è quello di essere pronti già a partire dal prossimo turno di amministrative ma soprattutto per le prossime elezioni provinciali del 15 dicembre. La Città Metropolitana di Palermo potrebbe essere già in cascina. Ciò visto che il capoluogo siciliano, Messina e Catania eleggeranno soltanto i rispettivi Consigli Provinciali. Ben diverso è il discorso per i consorzi delle altre province dell’Isola. Ma il popolo degli scontenti è vasto e qualcuno potrebbe pensare di cambiare aria. Tutto si svolgerà con calma. D’altro canto, la fretta è una cattiva consigliera. Però la mente di qualcuno corre rapida e si spinge, per un futuro non troppo lontano, a parlare di una parola ben precisa: convention.