Più trasversale di così non si può. Sul piano grafico “Idea Sicilia” di Roberto Lagalla ha la forma di una lampadina che nell’area volteggia e diventa una mongolfiera. Ma ha – politicamente parlando – il sapore e la forma di una torta setteveli. Forse di velo ne ha già qualcuno in più. Se movimento sarà, sarà multistrato. Alchimia ben presentata, ogni livello del planning di Lagalla si presenta all’osservatore come una precisa classe d’età, ogni strato una categoria della politica e della società. Strizza l’occhio ai reduci della Prima Repubblica e apre le porte al mondo dei millenials, con testimonianze di startup innovative e di successo. Diciamo che è un movimento socialmente sostenibile e, da quel che si vede, già ben sostenuto.
Se fosse un cartoon, Lagalla non potrebbe essere che “Buzz Lightyears” : voleva mostrare i muscoli e c’è riuscito spingendo l’asticella della sua gente “verso l’infinito e oltre“. Perché c’era veramente tanta gente. La sala convegni del Charleston di Mondello è stipata in ogni ordine di posto. Anche in piedi si sta stretti. Altrettanta gente è rimasta giù, al piano di sotto nella hall di ingresso del palazzo pensile sopra le onde della spiaggia palermitana. Una volta entrati nel grande imbuto della convention è quasi impossibile uscire. E c’è chi nel transumante popolo dei peones che passano le giornate da un incontro politico all’altro già fa di conto e confronta l’evento “on air” con manifestazioni analoghe. “Compà, se fosse calcio Lagalla – Faraone, 3 a 0” è la battuta che schizza in aria poco prima che il Magnifico prenda la parola.
Così, l’ex rettore ed ex assessore regionale fa gli onori di casa per poi passare la parola ai suoi testimonial. Scelti in provetta per garantire una corretta segmentazione dell’universo Sicilia che verrà. Tra i partecipanti, Andrea Morettino, Susanna Dalìa, Maurizio Caserta, Toti Di Dio, Germano Bondì, Antonio Calabrò (in video conferenza) e Carlo Ottaviano.
“IdeaSicilia non è un partito politico, né un movimento – è l’esordio di Lagalla che resta in piedi di fronte ai suoi fan – E’ un recinto ideale dove confluiscono idee e progetti con appartenenze diverse. Aspettiamo segnali da una buona politica per avviare nuovi progetti. Perciò non mi pongo problemi di alleati e alleanze in questo momento”. “Abbiamo messo sul tavolo otto macro temi su cui lavoreremo anche attraverso un portale con il quale si potra’ partecipare con proposte ed interventi. Occorre lavorare nei territori e con i cittadini per coloro che hanno aspettative di cambiamento”.
La trama politica di un soggetto che sino ad ora si ferma al concetto di Idea è già ben tracciata. Restano da definire attori principali, comparse e sceneggiatori. Il target è la presidenza della Regione
Nella platea si muovono a proprio agio ricercatori universitari e docenti, ex sottosegretari e grandi elettori del granaio Udc di inizio millennio. Manca ancora l’imprimatur netto e chiaro di Alfano e D’Alia. Ma quello arriverà col tempo. Oggi bisognava pesare il candidato senza la tara dei simboli di partito, stratagemma ormai stantio in questo anno elettorale alla siciliana. Così, senza simbolo e senza partiti, nel nome del movimentismo alla riunione di Mondello si contano a frotte dirigenti e funzionari della regione e dell’assemblea regionale, ex assessori e ambasciatori dei partiti del tempo che fu. Anche il mondo della sanità di qualche anno fa è presente in grande spolvero.
Notabili di una volta e imprenditori dell’era social riuniti tutti sotto lo stesso tetto, tutti sotto la stessa idea. Un regista? Magari proprio il regista no, ma tra i sostenitori più agguerriti di Lagalla, lui c’è. Lo sanno tutti che lui c’è. Non scenderà mai più in campo in prima persona. Ma c’è. Si sente. Quasi trasversalmente all’eco della candidatura di Fabrizio Ferrandelli a sindaco di Palermo, la sua presenza è ovunque. Anche in chi in passato l’ha sfidato, deriso e mai sostenuto. E’ nell’impermeabile demodè di Ciccio Nicolosi (ex assessore regionale ed ex sindaco di Corleone), nel cappello un po’ stropicciato di Salvatore Placenti (ex assessore Psi che tenta il dribbling, “sono qui per caso perché accompagno una mia amica, sono il suo testimone di nozze” afferma quasi a giustificarsi ma neanche lui ci crede), nei pantaloni rosso vinaccia di Bartolo Pellegrino (“sono qui per ascoltare Lagalla” sibila con un filo di voce l’ex assessore regionale, prima socialista e poi sicilianista), nei baffoni bianchi di Nenè Mangiacavallo (storico sindaco di Ribera ed anche sottosegretario ai tempi della Margherita). Ed ancora nel tailluer rosso di Patrizia Valenti (già assessora regionale in quota Udc).
Insomma, Lagalla piace alla gente che piace. Ma non è soltanto nostalgia quella che si respira. Il volto di Roberto Lagalla è anche un grafico elaborato per i social media e l’indirizzo http è un espediente per far rimbalzare il lettore digitale dal mondo di google chrome all’universo di Mark Zuckenberg. Poteri occulti di Facebook. E del social media planner di Lagalla: Tony Siino.
Insomma, tutto sommato e tutto sentito, sembra una cosa seria. E’ una sfida aperta a quel che c’è ed a quello che potrebbe esserci in futuro. Ci vorrà tempo per capire se l’Idea Sicilia di Lagalla sia veramente competitiva. Da qui all’eternità. Che dura il sospiro di un fine legislatura.