Si terrà oggi pomeriggio, lunedì 29 ottobre 2018 alle ore 17,00 nel Palazzo ducale di Palma di Montechiaro il convegno: “Il relitto dell’Almerian il terrore della prima guerra mondiale, nei fondali di Punta Bianca”.
L’iniziativa è a cura dell’Archeoclub, in collaborazione con la Soprintendenza del Mare, l’Ordine degli Architetti, la Fondazione Architetti del Mediterraneo e BCsicilia e con il patrocinio dell’Assessorato regionale Beni Culturali e Identità siciliana e il Comune di Palma di Montechiaro.
Dopo l’apertura dei lavori di Pietro Fiaccabrino, Presidente Archeoclub di Palma di Montechiaro, sono previsti i saluti di Stefano Castellino, Sindaco del Comune di Palma di Montechiaro, di Giuseppe Parello, Direttore del Parco Archeologico della Valle dei Templi e del Polo Museale di Agrigento, di Gabriella Costantino, Soprintendente per i BB.CC.AA. di Agrigento, di Alfonso Cimino, Presidente dell’Ordine Architetti di Agrigento, di Calogero Giglia, Vicepresidente Fondazione Architetti nel Mediterraneo, e di Alfonso Lo Cascio Presidente regionale BCsicilia. A seguire il filmato di Stefano Vinciguerra “Almerian: dal Titanic all’U-BOAT 73, il relitto di Punta Bianca”.
Dopo la proiezione del documentario sono previste le relazioni dello storico Gaetano Alotta che parlerà del contesto storico della Prima Guerra Mondiale e della lotta nei mari, di Claudio Di Franco della Soprintendenza del Mare che affronterà il tema “I relitti aeronavali nei mari agrigentini: una nuova stagione nel segno della valorizzazione”, di Gaetano Lino, già dirigente della Soprintendenza del Mare e Responsabile Gruppo subacqueo di BCsicilia, che spiegherà il posizionamento del relitto, inoltre Luigi Bisulca, della Soprintendenza per i BB.CC.AA. di Agrigento, che relazionerà su “Il relitto dell’Almerian: dalla pesca subacquea alla ricerca storica” e infine Ornella Argento della Lega Navale di Agrigento affronterà il tema “Almerian, l’indagine subacquea“.
Le conclusioni sono affidate a Sebastiano Tusa, Assessore ai Beni Culturali e all’Identità Siciliana. Previsto anche un intermezzo musicale a cura di “Rosario Puzzangaro Trio Jazz”. Una considerevole parte del nostro straordinario patrimonio culturale, ancora oggi sconosciuto è custodito in fondo al mare Mediterraneo.
Un mare, che fin da tempi remotissimi ha rappresentato fonte inesauribile di sostentamento, specie per le comunità rivierasche, ma che è anche stato spesso causa di immani tragedie.
Ad esso i marinai di ogni epoca, hanno guardato sempre con profondo rispetto ma anche con grande timore. In esso, gli antichi, hanno spesso visto la dimora di mostri e creature ostili alle quali addebitare, non di rado, la sede di misteriosi fenomeni che lo facevano passare, improvvisamente, da uno stato di affascinante quiete ad una condizione di tremenda e spietata furia, cagione degli innumerevoli naufragi ed affondamenti. Eppure è proprio a tale temibile ed insidiosa caratteristica del Nostro Mare, che in ogni tempo, ha reso pericolosa, e spesso letale, la navigazione, che dobbiamo la straordinaria quantità di relitti e tesori ancora sepolti nei fondali marini e che di tanto in tanto, per casi fortuiti e non, tornano a divenire parte della nostra conoscenza, restituendoci preziosi tasselli della storia dell’uomo e del suo “andar per mare”.
Ed è proprio ad uno di questi relitti, sepolto nel fondale a largo di Punta Bianca, e ancora oggi sconosciuto ai più, che si vuole dedicare una giornata di studi al fine di focalizzare l’attenzione sul ruolo che le nostre coste hanno avuto nei tempi passati e sui tesori ancora custoditi in fondo al mare. Il relitto dell’Almerian, un piroscafo a vapore, appartenuto alla compagnia inglese Leyland Line, che il 19 ottobre 1918, fu minato ed affondato, proprio lungo della costa di Puna Bianca, dal sommergibile tedesco U-BOAT 73.
Un destino tragico che pare, in qualche modo, essere legato al disastro del Titanic, affondato nell’Oceano Atlantico; sulla base di numerosi indizi, infatti. l’Almerian si sarebbe trovata lungo la rotta del Titanic e sarebbe stata una delle ultime navi ad avvistare il transatlantico in quel tragico 14 aprile del 1912. Con il contributo di eminenti studiosi e specialisti nella ricerca subacquea e con la partecipazione dell’assessore Regionale ai beni culturali, prof. Sebastiano Tusa, saranno ripercorse le tappe fondamentali delle ricerche condotte, nel corso degli anni, dal Gruppo Indagine Subacquea Archeologica Sicilia di concerto con la Soprintendenza del Mare e della Lega Navale sede di Agrigento. L’iniziativa, nel volere rievocare la vicenda dell’Almerian, inquadrandola nel contesto storico della terribile lotta nei mari che caratterizzò la I Guerra Mondiale, vuole anche mettere a fuoco lo stato attuale delle conoscenze del patrimonio storico ed archeologico derivante dai fondali marini.