Riceviamo e pubblichiamo.
Il Paesaggio trova il massimo riconoscimento nell’art.9 della Costituzione Italiana, che ne sottolinea l’importanza e lo tutela, nell’interesse delle future generazioni. Rappresenta “il volto della Terra“, porta i segni del suo passato geologico ma anche degli agenti che lo modificano nel tempo, uomo compreso.
E fin dalle sue origini, l’uomo ha modificato i territori per soddisfare le proprie esigenze. Ha cambiato il paesaggio per coltivare cibo, per lavorare comodamente, per spostarsi più rapidamente, per abitare in città sempre più grandi.
E così oggi, l’uomo, è chiamato a fare i conti con problematiche di scala globale, tra questi, il surriscaldamento terrestre, con le gravi conseguenze che questo comporta. Ma tutto questo non può rappresentare un alibi per nuove devastazioni.
Il progressivo abbandono delle “energie fossili” e le energie alternative, “pulite e non inquinanti“, come il vento e il sole, non possono essere grimaldelli per un devastante attacco speculativo al paesaggio siciliano.
In Sicilia, negli ultimi anni, si è moltiplicata oltre ogni misura, la presenza di file di turbine eoliche e campi fotovoltaici, posizionati dovunque, spesso amputando i paesaggi e lo skyline delle nostre colline.
Ed è quello che sta succedendo nella Valle del Belice territorio ricco di “paesaggi culturali” e “paesaggi naturali“. Un territorio in cui i paesaggi, ancora oggi, non sono molto diversi da quelli che vedevano gli Elimi, i Sicani, i Greci, i Romani, i Normanni che abitarono questi territori. Le caratteristiche uniche dei “Paesaggi del Belìce” e della Sicilia intera oggi sono sottoposte a modifiche che le stanno inevitabilmente snaturando, con l’aggiunta di grandi impianti di produzione di energia eolica e fotovoltaica, peraltro difficilissime da dismettere nel futuro che ci attende.
Ma la vicenda del Belice si ripete nel Val di Noto, nel Val di Mazara e in tanti luoghi dell’Anima. Le scelte che qualcuno cerca di imporre avranno conseguenze gigantesche sulla bellezza dei luoghi e sul paesaggio siciliano.
Art.9, è nato 5 anni fa per valorizzare i numerosi luoghi della cultura e i paesaggi naturali di pregio di tutta la Sicilia non ci sta. Per questo chiediamo una applicazione più rigorosa da parte della Regione dei Piano paesaggistici e una tutela radicale dei luoghi di pregio contro scelte che potrebbero, dopo l’Industria chimica, rappresentare sfregi irrimediabili all’ambiente, al paesaggio, all’agricoltura. Si revochino tutte le concessioni per impianti industriali, quasi sempre nelle mani di multinazionali o strutture finanziarie, e si punti ai piccoli impianti di prossimità alle imprese agricole siciliane.
Fabio Granata, presidente Articolo 9
Michele Benfari, responsabile Paesaggio e Architettura Articolo 9