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Il colloquio

Laura Abbadessa: “Attirata dalla DC per il suo progetto di rinascita, ecco la nostra strategia per la prossima tornata elettorale”

domenica 20 Luglio 2025

Prima presidente donna tra le fila della Democrazia Cristiana e prima in Sicilia a ricoprire questo ruolo. Giunta alla corte di Totò Cuffaro da pochissimo, avvicinatasi in occasione delle elezioni Europee svolte circa un anno fa, nel 2024, Laura Abbadessa è già pronta a prendere per mano il partito e iniziare una nuova fase di evoluzione, dopo la crescita esponenziale degli ultimi anni. Intervistata da ilSicilia.it, l’esponente della DC ha raccontato la sua ascesa politica, visione, obiettivi e ambizioni, facendo anche in punto sull’attuale condizione delle attività tra le mura di Palazzo dei Normanni. Tanti i temi sotto i riflettori, tra cui spiccano il radicamento nel territorio, il ruolo delle donne e i giovani.

Laura Abbadessa, neopresidente della Democrazia Cristiana in Sicilia, prende il posto dell’uscente Carmelo Pullara, che qualche mese fa aveva deciso di dimettersi. Come si è avvicinata alla DC e come è arrivata la sua nomina?

Laura Abbadessa e Carmelo Pullara

Sono una cattolica, moderata, riformista, popolare ed europeista. Riconoscersi nella DC e, soprattutto, nell’encomiabile sforzo di ricostituire quel partito che ha fatto grande l’Italia, è stato per me un percorso naturale. Ho sempre avuto la convinzione che chi, ad un certo punto, abbia la possibilità di mettersi in gioco, abbia il dovere morale di farlo, di non chiamarsi fuori. Mi sono avvicinata concretamente al partito in occasione delle ultime elezioni europee, quando ho iniziato a conoscere più da vicino la comunità ed i suoi valori. Da allora, ho potuto osservare con attenzione il progetto di rinascita della DC, il suo radicamento nei territori e la passione sincera delle persone che la animano. La mia nomina è arrivata come segno di fiducia da parte del partito e di chi ha visto in me una donna, una madre, una professionista, capace di rappresentare una nuova classe dirigente. Credo che si sia voluto dare un segnale di cambiamento, scegliendo una figura che porta con sé la volontà di rinnovare la politica senza rinnegare la storia ed i valori che ci hanno preceduti. Per me è un onore essere la prima donna a ricoprire questo ruolo in Sicilia, ma è, anche, soprattutto, una grande responsabilità: verso il partito, verso la nostra terra e verso chi in questa terra vive, lavora e ha il diritto che essa venga guidata con competenza, onore e visione. Sono consapevole di rappresentare, insieme a tanti altri, una nuova generazione chiamata a costruire il futuro partendo dai territori e dalle persone“.

“Una donna che incarna i valori della DC”. Così l’ha presentata e le ha fatto gli auguri il segretario nazionale Totò Cuffaro. Il partito è in crescita, sia in termini di nuovi ingressi sia di consensi. Quali saranno le strategie condivise per rafforzare il partito nell’Isola? Quali i prossimi obiettivi?

Laura Abbadessa

Negli ultimi tre anni il nostro partito ha compiuto una crescita costante: siamo fieri di questo percorso e del modo in cui lo stiamo conducendo. La fiducia dei cittadini ci consente di essere più presenti, più incisivi, più credibili. La Democrazia Cristiana è oggi un partito in evoluzione, ma saldo nei suoi valori fondanti. E‘ un partito che si rinnova, che si apre, che ascolta, nuovamente protagonista nella sua collocazione centrista, forte di una tradizione rimasta nel cuore, oltre che nella memoria, di tanti siciliani. Vogliamo ripartire da qui, dalla terra di Don Sturzo, per costruire qualcosa che duri, che abbia radici profonde e visione lunga. Vogliamo definire un profilo netto, riconoscibile, su ogni questione rilevante per la comunità: scuola, lavoro, sanità, sviluppo economico e sociale. È necessario recuperare lo spirito originario della nostra tradizione: quello che mette al centro la persona, che crede nel valore della comunità e che si ispira ai principi della dottrina sociale della Chiesa. Ecco perché la crescita del partito non può essere frutto di improvvisazione né del solo consenso elettorale ma deve essere affidata ad una visione chiara e condivisa di un nuovo progetto di società, radicata nei territori e sorretta da valori saldi. A tal fine, stiamo investendo nella formazione di una classe dirigente nuova, giovane e competente, declinata anche al femminile, come linfa necessaria di un partito che vuole proiettarsi nel futuro proponendo ed attuando soluzioni concrete. In Assemblea Regionale, nelle amministrazioni locali, nella società civile, intendiamo portare la voce del cambiamento, forte ed incisiva, per offrire la prospettiva di una terra più moderna, con maggiori opportunità di vita e di futuro. Per tutti, ed in particolare per le donne ed i giovani. Questa la mia visione e la nostra scommessa“.

Per la prima volta i democristiani eleggono una donna, un passo importante che rappresenta una svolta. Un impegno, quello della parità di genere, che in realtà la DC porta avanti da tempo, anche tra le mura dell’Ars e a partire dalla Commissione Affari istituzionali guidata Ignazio Abbate. Come affronterà questo tema sociale così importante?

“L’elezione, per la prima volta, di una donna alla presidenza, insieme alla nomina di due vicepresidenti donne, rappresenta, indubbiamente, un segnale di apertura e un passo verso un nuovo equilibrio. Come donna e come presidente, sento il dovere di dare sostanza a questo cambiamento, di dare voce a tutte le donne, soprattutto a quelle che non possono farlo, a quelle invisibili, a quelle che subiscono violenza in silenzio. Dobbiamo fare in modo che quest’impegno non rimanga una dichiarazione di intenti, ma si traduca in azioni concrete che diano ad ogni donna la sicurezza, il rispetto e le opportunità che merita. Incontrandoci, confrontandoci sul tema, sensibilizzando. Intendo promuovere spazi reali di partecipazione e confronto, valorizzando l’impegno prezioso delle nostre referenti nei territori, che già operano con passione e competenza. Il mio impegno sarà orientato alla costruzione di percorsi inclusivi, in cui le donne possano trovare ascolto, protagonismo e opportunità. Lavorerò, in sinergia con i nostri rappresentanti istituzionali, per sostenere politiche che accompagnino concretamente le madri, affinché la maternità non debba più essere vissuta come un ostacolo, né alla carriera né all’impegno pubblico: penso ad una flessibilità intelligente nei tempi e nei luoghi di lavoro, che favorisca un equilibrio tra sfera professionale e familiare; ad incentivi per le imprese che adottano modelli organizzativi a misura di famiglia; al rafforzamento dei servizi per l’infanzia, allo scopo di renderli più capillari ed accessibili. Non credo nelle “quote rosa” come fine, ma esclusivamente come mezzo transitorio: l’obiettivo deve essere una leadership femminile ottenuta per merito e per visione, non per mera appartenenza al genere. Credo in un femminismo sobrio, inclusivo, non urlato, capace di riconoscere e valorizzare tutte le dimensioni dell’identità femminile: quella della madre, della figlia, della professionista, della semplice cittadina. Non si tratta di rivendicare privilegi, ma di restituire spazio e dignità a voci che per troppo tempo sono state considerate marginali. Non si tratta solo di una battaglia morale, ma di un investimento nel benessere collettivo“.

Restando sempre in tema regionale. Per la Regione Siciliana non è certamente uno dei periodi migliori, tra indagini che hanno coinvolto alcune figure di spicco del governo e alcuni deputati che compongono la maggioranza che sostiene il presidente Schifani, mentre a Sala d’Ercole si discuterà a breve la variazione di bilancio da 345 milioni di euro. In questo quadro, qual è il suo punto di vista?

palazzo dei normanni
Palazzo dei Normanni

Le vicende giudiziarie che hanno coinvolto esponenti della maggioranza sono certamente motivo di preoccupazione, soprattutto perché rischiano di incrinare ulteriormente la fiducia dei cittadini nella politica ed allargare il distacco tra società e istituzioni. In un simile contesto, la politica ha oggi più che mai il dovere di ritrovare la sua vocazione originaria: quella del servizio, della responsabilità, non della ricerca di personalismi o potere. Follini, nel suo testo sulla Democrazia Cristiana, ha scritto che De Gasperi non fu mai un “uomo di potere”, ma un “uomo di responsabilità”. È una distinzione preziosa, ed è proprio da quella distinzione che deve ripartirsi per restituire credibilità alla politica. Serve visione, serve metodo, ma serve, soprattutto, etica pubblica. La variazione di bilancio da 345 milioni di euro approvata dalla giunta regionale siciliana rappresenta una manovra strategica e concreta, pensata per affrontare le urgenze del territorio e stimolare lo sviluppo in settori strategici: sanità (in primis, per la riduzione delle liste attesa), infrastrutture, sostegno sociale, enti locali e trasporti. Segno di come il Governo di questa Regione sia determinato a proseguire con le riforme e di come la priorità rimanga il futuro della Sicilia, soprattutto in un momento, come quello attuale, in cui in cui la Regione ha bisogno di stabilità, efficienza e credibilità“.

L’elezione è avvenuta al termine della riunione del comitato regionale della DC a Siracusa. La provincia aretusea è l’ultimo dei territori nel quale la Democrazia Cristiana ha piantato radici, grazie all’ingresso di Carlo Auteri. In tal senso qual è la strategia del partito, soprattutto in vista dei prossimi appuntamenti elettorali?

Laura Abbadessa

In primo luogo, attraverso i nostri rappresentanti istituzionali, continueremo a renderci interpreti di una politica che non si limita ad enunciare principi, ma che si mette in ascolto e che traduce le istanze sociali in interventi reali e mirati. Penso alla misura dello student loan, che garantirà a migliaia di studenti siciliani la possibilità di accedere all’Università senza che le condizioni economiche rappresentino un ostacolo; ed, ancora, al reddito di libertà, promosso per sostenere concretamente le donne vittime di violenza, affinché possano avviare un reale percorso di autonomia personale ed economica. Una misura che ha un altissimo valore umano e sociale e che dimostra come la politica possa (e debba) farsi strumento di emancipazione. Continueremo, inoltre, a consolidare la nostra rete in ogni provincia per arrivare ai prossimi appuntamenti elettorali con un partito forte e radicato. Don Sturzo ci ha insegnato che la buona politica oltre che dall’etica del dovere e dalla concretezza nasce proprio dal territorio. Il territorio da non considerarsi semplicemente come un bacino elettorale. Per questo stiamo lavorando lungo tre direttrici fondamentali: radicamento territoriale, formazione politica e presenza attiva nelle comunità. Vogliamo costruire una rete capillare, fatta di sezioni vive e dinamiche, capaci di ascoltare i territori ed intercettarne i bisogni. È una strategia che richiede pazienza e metodo, ma che può portare a risultati concreti e duraturi. Vogliamo ricostruire, così come stiamo già facendo, le sezioni locali non come strutture formali, ma come luoghi di confronto, ascolto e proposta. Ogni amministratore, militante e cittadino deve poter trovare nella DC una casa politica seria, affidabile, accogliente. Serve ritornare a fare politica, darsi obiettivi che non siano soltanto organizzativi, ma anche di contenuto. Questo è possibile mettendo insieme la forza delle nostre sindache, dei nostri sindaci, dei nostri amministratori, e quella di chi abita i territori. Immagino un partito che parli al più ampio strato sociale e che si occupi di sanità pubblica, mobilità, sicurezza e lavoro, con lo sguardo sempre rivolto al bene comune. Con questo spirito ci presenteremo ai prossimi appuntamenti elettorali sottoponendoci al giudizio degli elettori“.

Tantissimi i giovani approdati in casa DC. Da cosa dipende questa attrattività?

I giovani sono una parte importante del nostro partito. Ed è motivo di orgoglio e di condivisione vederli discutere di giustizia sociale, di equità, di uguaglianza sostanziale. Non solo li abbiamo saputi coinvolgere, ma li stiamo mettendo nelle condizioni di guidare, proporre, innovare, di assumersi responsabilità pubbliche. Sono loro, i giovani, che devono prendersi il futuro che, del resto, è uno dei tempi del presente, diceva Sant’Agostino. Vogliamo essere l’espressione di una politica che parla con loro, non soltanto di loro, rendendoli protagonisti: soggetti e non oggetti della discussione. E’ tempo di dare ai giovani stessi la possibilità di fare politica, di essere portatori delle loro istanze, di potere fare valere i loro diritti nel modo della scuola, dell’università, del lavoro per favorire il ricambio generazionale, consentendo loro di dare un contributo determinante nelle scelte pubbliche anche, se necessario, con il coraggio della contestazione“.

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