“Mentre in Italia si continua a discutere di tante cose, che per lo più non sono delle priorità vere, in Sicilia la gente si avvia a dover affrontare un inverno difficile, senza un reddito per migliaia di famiglie e con i lavoratori che avranno terminato di percepire la Naspi già a febbraio”. Il monito arriva dal segretario regionale aggiunto della Fisascat Cisl, Pancrazio Di Leo, che chiede al Governo nazionale e alla Regione Siciliana di affrontare in termini concreti e immediati l’emergenza riguardante in Provincia di Messina, “nel primo polo turistico siciliano”, 20 mila stagionali del settore turismo, commercio e servizi. Per tutti questi lavoratori la stagione turistica, e di conseguenza il periodo occupazionale a tempo determinato, si è concluso e all’orizzonte c’è adesso un inverno di sofferenza.
“Le strutture ricettive – spiega Di Leo – hanno chiuso, la stagione turistica è terminata, e a questo punto ci sono circa 20 mila lavoratori senza lavoro e che già all’inizio del nuovo anno non avranno più nemmeno un’indennità. Per tre mesi tutti questi lavoratori percepiranno l’indennità di disoccupazione corrispettiva al periodo di impiego che hanno prestato per 6 mesi. Poi, a partire da inizio febbraio la gente si ritroverà senza indennità ma soprattutto priva di prospettive lavorative sino alla primavera, sino insomma all’inizio della prossima stagione turistica. I lavoratori stagionali dovranno sopravvivere nell’imminente inverno con le proprie famiglie in una condizione di estrema difficoltà. E’ evidente che serve una risposta immediata e concreta da parte del Governo nazionale: o si crea lavoro o si cerca di dare un sostegno reale per consentire ai lavoratori e alle loro famiglie di sopravvivere”. “Siamo di fronte ad un’emergenza occupazionale che è anche un’emergenza sociale e le Istituzioni non possono non tenere conto di questa situazione”, prosegue Di Leo.
“In Sicilia – conclude Di Leo – non parlerei di reddito di cittadinanza e semmai direttamente la Regione dovrebbe farsi carico di creare un reddito di garanzia come già è stato fatto in altre regioni italiane, e tra queste in Trentino, e quindi cercare di sostenere i lavoratori che involontariamente vengono estromessi dal lavoro per mancanza di lavoro”.