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Dati "Bollettino Excelsior"

Lavoro in Sicilia, il 40% dei posti offerti è rimasto vacante: aumentano le imprese che ricorrono agli immigrati

lunedì 18 Marzo 2024

In Sicilia tanti cercano un lavoro e tante imprese cercano di assumere, ma domanda e offerta non riescono a incontrarsi: quasi sempre la causa sta nella corsa delle imprese a specializzarsi per competere, mentre il settore dell’istruzione e formazione professionale non riesce a tenere il passo. A misurare la distanza in Sicilia tra formazione e mondo del lavoro ci ha pensato il Bollettino annuale Excelsior realizzato da Unioncamere e Anpal.

 

 

Nel 2023 le imprese siciliane che hanno provato ad assumere sono state il 59% del totale, rispetto al 57% del 2022, e hanno programmato 301.190 ingressi di personale, cioè 13.150 in più rispetto al 2022, e nel 28% degli annunci si ricercavano espressamente giovani.

Ma il maggiore fabbisogno di dipendenti non si è tradotto in un significativo incremento dell’occupazione nell’Isola, perché la difficoltà di reperire candidati idonei è aumentata dal 35 al 40%: il 22% dei posti offerti non è stato coperto per mancanza di candidati, il 13,5% per preparazione inadeguata e il 4% per altri motivi.

Tant’è che nel 15% dei casi le imprese hanno dovuto fare ricorso all’assunzione di immigrati.

 

I DATI

 

In dettaglio, si volevano assumere 54.830 operai specializzati, 34.390 professionisti tecnici, 18.900 dirigenti o appartenenti alle professioni intellettuali e scientifiche e con elevata specializzazione, 31.530 conduttori di impianti e operai di macchinari, 100.580 unità delle professioni qualificate nel commercio e nei servizi, 37.280 addetti delle professioni non qualificate e 23.680 impiegati.

A livello provinciale, le richieste erano così ripartite: Trapani, 26.190; Palermo, 75.370; Messina, 41.700; Agrigento, 20.490; Caltanissetta, 14.890; Enna, 5.890; Catania, 67.750; Ragusa, 22.200; Siracusa, 25.980.

carrozziereOccorre evidenziare che su 34.410 posizioni rivolte ai giovani fino a 29 anni, 18.680 sono rimaste vacanti (42% la media), con questi picchi: 76% di introvabili per meccanici artigianali, 75% per specialisti di scienze della vita, 68% per fonditori, saldatori e lattonieri, 68% per tecnici della gestione dei processi produttivi di beni e servizi, 60% per operai specializzati in installazioni e manutenzioni elettriche, 59% per operai specializzati nelle rifiniture delle costruzioni, 58% per tecnici informatici e delle Tlc, 55% per operatori della cura estetica, 50% per addetti della ristorazione e 48% per operai edili specializzati.

I settori che più ricercano giovani sono stati commercio, servizi culturali e sportivi, turismo e ristorazione, sanità e costruzioni.

Quanto ai settori per l’intera collettività, l’offerta di lavoro riguardava 67.560 ingressi nel turismo e ristorazione, 47.740 nelle costruzioni, 46.530 nel commercio, 26.630 nella sanità e nei servizi alla persona e 20.090 nei servizi di trasporto e logistica.

expocookIl Bollettino Excelsior di Unioncamere e Anpal rileva che le professioni maggiormente richieste dalle imprese siciliane sono state: addetti alla ristorazione (52.520), addetti alle vendite (31.390), operai edili specializzati (25.370), addetti alle pulizie (23.490), conduttori di veicoli (19.800) e tecnici della salute (10.650).

Ma le prospettive offrono molti più spazi ai laureati (14,5%) soprattutto ad indirizzo economico, sanitario, ingegneristico, insegnamento-formazione, tecnologie dell’informazione e della comunicazione, efficienza energetica; agli specializzati Its (0,5%), ai diplomati professionali (33,9%), purchè ci siano competenze certificate (35,7%) ed esperienza, che è richiesta nel 67% dei casi.

Gli indirizzi di studio che offrono maggiori sbocchi lavorativi, ma che necessitano di un profondo adeguamento alle nuove esigenze del mondo del lavoro, secondo il Bollettino Excelsior, sono l’istruzione terziaria (15%, ma con il 43% di difficoltà per preparazione insufficiente), quella secondaria (67%, col 73% di difficoltà) e la scuola dell’obbligo (18%, col 63% di difficoltà).

Nell’ambito dell’istruzione terziaria, la laurea è richiesta nel 96% dei casi, nel 90% con esperienza, e il 42% delle offerte resta senza risposta. Quanto agli Its Academy, il 73% richiede esperienza e non trova candidati il 63% delle volte.

Anche per l’istruzione secondaria superiore tecnico-professionale il 74% richiede esperienza e il 39% non trova risorse idonee; le richieste riguardano soprattutto amministrazione, finanza e marketing; turismo ed enogastronomia, sanità, ristorazione, edilizia e meccanica.

 

Il comunicato della Fondazione nazionale consulenti per il lavoro 

 

Per provare a mettere in linea i due mondi, la Fondazione nazionale consulenti per il lavoro, l’Università di Palermo, Confindustria Sicilia, la Consulta regionale dei consulenti del lavoro della Sicilia e l’Ordine dei consulenti del lavoro di Palermo hanno organizzato oggi presso Palazzo Steri, in piazza Marina a Palermo, un convegno dedicato all’orientamento, sul tema “Favorire l’occupabilità e accompagnare i giovani nelle transizioni”.

 

Maurizio Adamo

“In cinque anni in Sicilia il divario tra formazione terziaria e sbocco lavorativo è quasi raddoppiato: nel 2019 le imprese faticavano a trovare un laureato su tre posti di lavoro offerti, adesso la difficoltà è salita a uno ogni due. E un laureato su due, così, è a spasso”. Lo afferma Maurizio Adamo, presidente della Consulta regionale dei consulenti del lavoro, in un convegno organizzato a Palermo a Palazzo Steri sull’orientamento universitario.

Adamo spiega: “Da un lato ci sono pochi laureati (quasi il 30% dei giovani fra i 25 e i 34 anni, contro la media europea del 42%); ma, dall’altro lato, pesa una preparazione spesso non legata alle esigenze delle imprese, unita alla mancanza di esperienza pratica. Ne consegue che, come calcola Almalaurea, a un anno dalla laurea, a parità di ogni altra condizione, i laureati che risiedono al Nord o al Centro hanno, rispettivamente, il 32,1% e il 12,7% di probabilità in più di trovare un’occupazione rispetto a quanti risiedono nel Mezzogiorno”.

Per il presidente regionale della Consulta “occorrono, dunque, corsi di laurea sempre più incentrati sull’interdisciplinarità, per tenere conto della grande complessità e velocità di cambiamento che il mercato del lavoro sta vivendo in questo periodo storico. I corsi di laurea, in particolare, vanno sempre più intesi come percorsi che devono andare oltre la mera preparazione tecnico-scientifica, ampliando i propri orizzonti verso tematiche talvolta lontane dall’attuale contenuto formativo”.

Infatti, il Bollettino Excelsior di Unioncamere e Anpal ha messo in luce il fatto che “tra le competenze più richieste dalle imprese per gli ingressi del 2023 in Sicilia, si annoverano la flessibilità e l’adattamento, la capacità di lavorare in gruppo, le competenze digitali, linguaggi e metodi matematici e informatici, le tecnologie 4.0, il risparmio energetico e la sostenibilità ambientale, il problem solving”.

Antonino Alessi

“In più, per il futuro gli fa eco Antonino Alessi, presidente dell’Ordine dei consulenti del lavoro di Palermo l’impatto delle tecnologie digitali e della transizione verde è destinato a esasperare queste contraddizioni. Le proiezioni sui nuovi fabbisogni configurano una crescita rilevantissima della domanda di figure tecniche specializzate e un progressivo raddoppio della relativa quota sul totale della domanda di nuove assunzioni (32%), anche per il contributo offerto dalla ripresa degli ingressi nella Pubblica Amministrazione. Più in generale, nel 53,1% dei casi è richiesta ai laureati un’esperienza specifica, nel 34,5%  un’esperienza un po’ più ampia ma nello stesso settore, e nel 6% un’esperienza generica. Solo nel 6,4% dei casi non è richiesto alcun tipo di esperienza. Ed è dimostrato che un laureato che svolge un tirocinio aumenta del 4,3% la possibilità di trovare lavoro”.

“Per investire sull’adeguamento della formazione conclude Alessi occorrono risorse, ma in Sicilia si avverte un forte squilibrio, dato che la maggior parte dei fondi europei, nazionali e regionali è destinata a incentivare l’offerta di lavoro (assunzioni) piuttosto che a sostenere una più adeguata preparazione dei candidati che li renda più occupabili attraverso tirocini in azienda e aggiornamento delle competenze. Il risultato è che, secondo i calcoli della Fondazione studi dei consulenti del lavoro, si batte solo sugli sgravi contributivi, ma su 100 assunzioni incentivate solo il 35,5% risulta ancora attivo dopo tre anni”.

 

Vincenzo Silvestri

“In Siciliaanalizza Vincenzo Silvestri, presidente nazionale della Fondazione consulenti per il lavoro è positiva l’iniziativa dell’Università di Palermo che finanzia direttamente tirocini curriculari di propri studenti presso le aziende convenzionate. E’ un ottimo esempio che andrebbe replicato su vasta scala beneficiando delle risorse della prossima programmazione delle Politiche di coesione 2021-2027. Infatti, un primo esempio di cambiamento nelle politiche attive arriva proprio da un simile strumento, il programma ‘Garanzia occupabilità lavoratori’, finanziato dal ‘Pnrr’, con cui la Regione sta curando la riqualificazione professionale e l’aggiornamento delle competenze dei soggetti deboli del mercato del lavoro, come i percettori di ammortizzatori sociali e di Rdc. Allo scorso 31 gennaio risultavano presi in carico da ‘Gol’ ben 249.770 soggetti, di cui 97.058 avviati a percorsi di reinserimento lavorativo, 59.193 in aggiornamento delle competenze, 83.388 in riqualificazione professionale e 10.131 in misure di lavoro e inclusione; di questi, 48.661 sono stati inseriti in una politica attiva e 41.360 sono stati occupati dopo 6 mesi. Anche la riforma del Reddito di cittadinanza ha introdotto percorsi di formazione e lavoro con la piattaforma digitale per l’inclusione sociale e lavorativa (Siisl), nella quale sono stati coinvolti sinergicamente tutti gli attori del mercato del lavoro per favorire l’occupazione dei soggetti più fragili della nostra società”.

“Questi risultati positivi –conclude Silvestri – ci spingono a proporre di replicare su vasta scala un simile modello per rendere più efficace il rapporto fra università, Its e mercato del lavoro, con l’obiettivo di mettere a disposizione delle imprese risorse professionali formate sul campo e dotate di esperienza”.

 

 

 

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