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Sono 33 gli esemplari di aquila del Bonelli rilasciati nei cieli della Sardegna, come previsto dal progetto ‘Aquila a life’, avviato nel 2018 per reintrodurre questa specie nell’Isola. Gli ultimi sono stati rilasciati nell’Oristanese, tra Bosa e Montresta. Tredici sono monitorati via gps, mentre di 9 si è perso il segnale.
“Nel 2022, grazie al progetto comunitario, sono arrivate in Sardegna sette aquile dalla Spagna (cinque) e dalla Sicilia (due), poi rilasciate in Planargia”, ricorda l’assessore regionale della Difesa dell’ambiente, Gianni Lampis. “Nell’area di rilascio, selezionata da Ispra e Forestas, è stata predisposta un’apposita grande voliera di pre-ambientamento, dove gli esemplari sono stati costantemente monitorati e ‘allenati’ alla vita in natura e hanno trascorso prima del rilascio, un periodo di ambientamento all’interno della voliera, gestita dagli uomini di Forestas. Da liberi, vengono monitorati grazie a speciali trasmettitori Gps, così da poter intervenire in caso di necessità e identificare gli habitat e i siti idonei per questa specie”.
“Nonostante le difficoltà”, aggiunge Lampis, “si tratta di un risultato significativo, soprattutto considerando il tasso di insuccesso di alcuni tentativi in altri territori italiani, che ha portato nuovamente in Sardegna esemplari di una specie scomparsa da alcuni decenni, almeno dalla fine degli anni Ottanta”.
Elettrocuzione prima causa di morte
Al progetto hanno collaborato, tra gli altri, Ispra, Grefa fauna, l’agenzia Forestas, il Corpo forestale regionale ed E-distribuzione. “La collaborazione con la società elettrica è stata fondamentale per applicare misure di adeguamento e messa in sicurezza delle linee elettriche, per limitare il rischio di morte per elettrocuzione“, precisa l’assessore Lampis. “Infatti, almeno cinque esemplari di aquile rilasciate sono morti folgorati sui tralicci: l’elettrocuzione è la prima causa di morte in Sardegna per questa specie”.
Il monitoraggio curato da Forestas e Ispra serve anche a migliorare le conoscenze delle abitudini dell’aquila del Bonelli che, nei primi anni di vita, predilige le zone umide e preda animali di grandi dimensioni, in particolare cornacchie e uccelli acquatici e, più raramente, altri rapaci come la poiana.
“Il progetto punta alla stabilizzazione degli esemplari, in modo che si possano formare le prime coppie e possano iniziare a riprodursi sin dal prossimo anno”, conclude Lampis. “Inoltre, proseguirà il lavoro di individuazione dei migliori habitat e dei siti idonei nell’Isola, che consentirà anche di adeguare e proteggere le linee elettriche, evitando altri casi di elettrocuzione”.