Quasi un anno fa a Cefalù, nel cantiere cantiere del raddoppio ferroviario Cefalù-Castelbuono, moriva Nino Tamburo, una delle tante vittime della sicurezza sul lavoro. Per non spegnere i riflettori sull’argomento la comunità cefaludese tra le altre nell’isola che hanno pianto queste vittime, attende di capire quali misure la Regione intenda intraprendere per ridurre al minimo il rischio.
Gli infortuni sul lavoro complessivamente hanno registrato nel 2022, da gennaio a maggio, un incremento del 65% rispetto allo stesso periodo dell’anno precedente: sono, infatti, stati 15.604 contro i 9.449 del 2021. I morti sono stati 20, con l’esclusione dei decessi per Covid, nello stesso arco temporale, contro i 22 dell’anno precedente (Fonte Inail, dato non consolidato). La più alta incidenza di infortuni si riscontra nell’edilizia, nel turismo e nei servizi.
Nei primi quattro mesi del 2023 dodici lavoratori – ben tre in più rispetto al 2022 sono incappati nel vicolo stretto innescato da fatalismo e tragedia, pagando con la vita. Morti evitabili, in molti di questi casi, ma ad aumentare del 30% nei primi tre mesi dell’anno anche le denunce di malattia
La Cgil siciliana non abbassa la guardia sul fenomeno: “Prosegue la vertenza per il rientro in Sicilia degli ispettori del lavoro che prestano servizio in altre regioni. Non c’è più tempo da perdere se non vogliamo perdere altre vite umane” ha commentatola Fp Cgil Sicilia.“Nella interlocuzione con Inl di qualche giorno fa – afferma Monica Genovese, segretaria regionale – abbiamo chiesto di avere maggiori informazioni rispetto alla realizzazione di un primo presidio di vigilanza in Sicilia, sollecitando la convocazione di un apposito tavolo sindacale per un confronto che riteniamo doveroso per comprendere come si intenda sviluppare l’attività di controllo nei luoghi di lavoro nella nostra regione. All’assunzione di responsabilità, espressa qualche settimana dal Governatore Schifani in merito all’attuazione del Protocollo siglato tra Inl e Regione nell’agosto 2022, non è seguita alcuna azione concreta, con il risultato che salute e sicurezza rimangono ancora diritti negati”.
“E’ arrivato il momento di agire e di agire subito – aggiunge Genovese – il bilancio è drammatico: 11 morti sul lavoro negli ultimi 6 mesi e un aumento delle malattie professionali superiori al 30% rendono inqualificabili i ritardi che la Regione sta accumulando. E tutto questo mentre scorrono le graduatorie degli ultimi concorsi ed i vincitori stanno già scegliendo le sedi fuori dalla Sicilia. Abbiamo appreso anche – prosegue Genovese – che INL ha inviato a RIPAM richiesta di scorrimento per ulteriori 465 posizioni nel profilo di ispettore del lavoro e di 54 posizioni nel profilo di funzionario amministrativo. Anche per questo – conclude Monica Genovese – la vertenza sarà al centro della mobilitazione nazionale sulla Sanità Pubblica prevista a Roma per il 24 giugno”.
Dopo gli impegni assunti dal governo regionale si attende sull’argomento una parola di chiarezza e atti conseguenziali.