Uno spazio bianco riempito di incertezza circonda Fausto Raciti. Il segretario regionale del Pd ha infatti davanti un’enorme pagina figurata sulla quale può ancora scrivere di tutto nella storia delle prossime elezioni regionali, ma in cui teme di non riuscire a scrivere più niente.
Nessuno tra i dem vuole portare il sambenito dell’espiazione, non c’è un’eresia da riconoscere, ma purtroppo per i democrat neanche un dogma da affermare e profeti in saldo all’orizzonte non se ne vedono.
Crocetta è l’inconveniente tecnico da cui il Pd non riesce a uscire da 5 anni, il bocchettone che rimaneva incastrato nei rifornimenti ai box della vecchia Formula1, la foratura all’ultimo chilometro della maglia rosa.
La riunione di oggi parte proprio con questa premessa .
Con la consapevolezza necessaria che la colpa non è di nessuno, quindi un po’ di tutti, se alla fine di luglio, il partito di maggioranza relativa all’Ars non ha ancora trovato un presidente da candidare per Palazzo d’Orleans, ne ha aspettato uno per due mesi che aveva quasi chiuso la porta da subito e soprattutto deve trovare argomenti chiari e anche brutali per dire no alla ricandidatura di Crocetta senza innescare un cortocircuito con annessa reazione a catena difficile da controllare.
Riuscire a trovare un meccanismo che consenta al governatore siciliano di fare un passo indietro e uscire dalle corde. Perché uno che ha dimostrato lucidità in questa fase è stato proprio lui. Che non ha rinunciato con la sua invadenza sorniona e anche un po’ beffarda a mettere in imbarazzo il suo partito.
Crocetta sperimenta, rischia, cade, si fa male, torna a rischiare e a mettersi in discussione.
Questo il campo di gioco della segreteria regionale di oggi.
Un Pd che in questi mesi ha preferito avere certezze piuttosto che cercare dubbi come più o meno ha citato Cracolici in uno sfogo alla vigilia della riunione di oggi. La nota affidate alle agenzie ha il compito di riassumere uno stato d’animo incerto e contraddittorio che non può trasparire oltre il dovuto: ‘La segreteria regionale del Pd ha confermato al segretario regionale Fausto Raciti il mandato per lavorare – in vista delle prossime elezioni regionali di novembre – alla costruzione di una «alleanza larga, che vada dalla sinistra ai centristi». La riunione si è tenuta nella sede di via Bentivegna, a Palermo, dalle 11 alle 15.30. «È stato un confronto utile e sereno – dice Raciti – il partito ha dimostrato di essere più unito di quanto a volte possa apparire dall’esterno, e ringrazio tutti quelli che sono intervenuti stamattina per avere espresso posizioni utili a costruire una vittoria elettorale». A proposito dell’ipotesi di indire le primarie per la scelta del candidato alla Presidenza della Regione, il segretario dem ha così commentato: «Dobbiamo intanto lavorare per costruire una coalizione larga. Incontrerò nei prossimi giorni tutte le forze politiche che si sono dimostrate interessate a discutere con noi. Ogni scelta verrà presa alla luce di questo confronto. Crediamo che la nostra forza si misurerà intanto sulla capacità di aggregare energie attorno a un progetto di cambiamento, come abbiamo detto in queste settimane».
Il tempo delle primarie in realtà appare ampiamente alle spalle. Inesorabilmente.
La composizione dell’incontro necessariamente interlocutorio della segreteria regionale, era data dal presidente dell’Assemblea regionale del Pd Giuseppe Bruno, gli assessori Antonello Cracolici e Baldo Gucciardi, il vicepresidente dell’Ars Giuseppe Lupo, il responsabile regionale dell’Organizzazione del partito Antonio Rubino e rappresentanti delle aree del partito’.
Campo largo o modello Palermo che sia, significa un escamotage in più per dire a Crocetta che è un fatto personale e che la sua ricandidatura rischia di creare ostacoli più di quanto non possa rimuoverne. Ma significa anche provare a puntare su un personalità esterna, laica e di area, fuori dallo schema.
Chissà che dalla sua Crocetta non possa ritrovare l’alleato più insperato cioè Cracolici che continua a marcare a uomo Lupo e Faraone.