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In occasione del trentennale dalla strage di Via D’Amelio, si è tenuta la presentazione del libro “Paolo Borsellino. 1992… La verità negata” dello scrittore e giornalista Umberto Lucentini. In questa seconda edizione Lucentini racconta i depistaggi e i processi che ancora oggi non hanno fatto luce sull’assassini di Paolo Borsellino e gli agenti della sua scorta.
“Io dico sempre che Paolo Borsellino va ricordato il 19 Luglio, il 18, ma anche il 20, il 21 e il 22 Luglio. In questo senso una celebrazione è una celebrazione vera”, commenta Lucentini.
“Paolo Borsellino era un grande amico e collega di Giovanni Falcone. Quando c’è stato l’attentato a Giovanni Falcone, il 23 Maggio del 1992, Paolo Borsellino ha cominciato a capire che anche il suo destino era segnato, perché sia Falcone che Borsellino erano i nemici numero uno di Cosa Nostra. Quindi ‘cronaca di una morte annunciata – spiega lo scrittore – vuol dire che Borsellino sapeva cosa rischiava e purtroppo le istituzioni, che in quel momento rappresentavano lo Stato, non sono riuscite a proteggere la vita di Paolo Borsellino. Un esempio su tutti è via D’Amelio, dove lui andava regolarmente a trovare la madre, e non c’era un cartello di zona rimozione. Questo ha consentito a Cosa Nostra di poter parcheggiare una FIAT 126 imbottita di esplosivo e potere provocare l’esplosione”.
E c’è di più secondo Lucentini.
“C’è ancora tanta verità da scoprire. Credo che Paolo Borsellino ci abbia lasciato una grande eredità: bisogna comunque avere fiducia nella magistratura. Lui aveva fiducia nella magistratura, anche se stava cominciando a scoprire le complicità di una parte di magistratura con la mafia. Quindi direi che si, c’è tanta verità e probabilmente ancora si può scoprire“.
“Credo che la riedizione di un libro, che racconta la storia di Paolo Borsellino, possa servire come cartina geografica per fare memoria. La memoria di Paolo Borsellino può essere un esempio per tutti noi, ma soprattutto per i giovani, che ancora non erano nati o non erano cresciuti. Conoscere Paolo Borsellino è sicuramente un modo per migliorare la società. La vita di Paolo Borsellino ti pone davanti ad una scelta, un bivio, poi tu puoi scegliere da che parte andare, ma almeno sai che hai due opportunità“.