La legge n. 109/96 per il riutilizzo pubblico e sociale dei beni confiscati alle mafie compie venticinque anni e, rispondendo ad un appello di Libera, il centro buddhista Muni Gyana di Palermo pianta per l’occasione un albero di limoni dedicandolo a Pio La Torre, il politico martire della mafia che contribuì a introdurre il reato di associazione per delinquere di tipo mafioso nel Codice Penale italiano con la legge cosiddetta Rognoni La Torre e ad aprire la strada alla restituzione alla collettività dei beni tolti ai mafiosi.
L’iniziativa del centro rientra nella campagna “Si comincia con un albero, si finisce con una foresta“, lanciata a febbraio. L’albero “Pio La Torre” è stato piantato a Cruillas, sui terreni di Terra Franca confiscati alla mafia che vedono coinvolte diverse realtà compreso il centro Muni Gyana di Palermo.
La campagna ambientale di riforestazione è parte del più ampio progetto “Green Future“, a supporto della Global Tree Iniziative promossa da Tenzin Osel Hita, che, in collaborazione con il Centro per lo Sviluppo della Consapevolezza Thar dö Ling, promuove la lotta dal basso al cambiamento climatico, ma anche la riqualificazione di zone devastate delle periferie italiane.
“Green future” prevede un percorso di educazione ambientale che stimoli una maggiore consapevolezza del bello che circonda i quartieri periferici degradati, trasferendo i valori insiti propri della pratica buddhista: prendersi cura dell’ambiente per beneficiare tutti gli esseri. “Aderire all’appello di Don Ciotti è stato consequenziale“, spiega Marco Farina, direttore del centro.