Succede di notte, ma anche alle dieci del mattino: la chiamata parte, la centrale smista, l’ambulanza esce. In Sicilia lo scorso anno è accaduto 427.389 volte. Sono le centrali operative del 118 dell’Isola a reggere la prima linea dell’emergenza-urgenza, mentre sul territorio si combatte ogni giorno con carenze di personale, mezzi spesso depotenziati e una rincorsa continua a coprire i turni.
I numeri della crisi
La carenza di medici nell’emergenza-urgenza non è solo siciliana, ma un problema diffuso in tutta Italia. Ci sono regioni dove molte ambulanze partono senza alcun sanitario a bordo, trasformandosi, come dicono alcuni addetti ai lavori: “Quasi più un servizio taxi che un soccorso”.

L’assessore regionale della Salute, Daniela Faraoni, non nasconde le criticità del sistema di emergenza siciliano: “Delle 252 ambulanze attive, solo 108 hanno un medico a bordo”.
Per garantire la copertura completa servirebbero circa 590 professionisti, ma quelli effettivamente in servizio sono appena 410. Un vuoto di quasi 180 unità che grava pesantemente su turni e organizzazione.
A peggiorare il quadro interviene anche la questione economica: molti medici scelgono di non lavorare nel 118 siciliano perché le tariffe sono sensibilmente più basse rispetto ad altre regioni, con differenziali che in alcuni casi superano i 20-30 euro l’ora.
La voce dei sindacati
A luglio è arrivato un piccolo ritocco delle tariffe: +10% per medici e infermieri, +7% per l’elisoccorso. Una misura che ha temporaneamente allentato la tensione, ma non ha chiuso la vertenza. La CGIL Medici ha infatti ribadito la propria contrarietà: “Lo stato di agitazione è sospeso ma non revocato. La proposta giusta è 100 euro l’ora per i medici e 50 per il comparto: solo così il 118 può essere attrattivo e competitivo”.
Su un piano diverso si colloca la CIMO-FESMED, che mette in guardia dal rischio di squilibri: “Meglio un aumento uguale per tutti, anche se più piccolo, che una differenziazione tra ambulanze ed elicotteri”.
Il fronte infermieristico, invece, denuncia condizioni ormai al limite. Il Nursind parla di una situazione “insostenibile” e lancia un allarme per la sicurezza: “Basta ambulanze con un solo autista e un infermiere. Così non si garantisce né la tutela dei cittadini né la dignità dei professionisti”, dichiara il segretario regionale Salvo Calamia. Il sindacato chiede equipaggi completi (infermiere, autista e soccorritore), protocolli uniformi per i mezzi senza medico e l’istituzione di un Osservatorio regionale sugli organici.
Un nodo che si intreccia con la carenza dei medici: senza protocolli chiari, gli infermieri finiscono spesso per assumere responsabilità non previste dal loro ruolo, con turni sempre più gravosi e un sovraccarico che mette a rischio l’intero sistema.
Le mosse dell’assessorato
L’assessorato regionale della Salute è impegnato in una costante attività di coordinamento. Periodicamente vengono convocati tavoli di confronto con i direttori delle centrali operative, il Servizio 6, i vertici della SEUS e gli altri attori coinvolti, nei quali si discutono non solo le emergenze quotidiane, come la carenza di personale e l’elisoccorso, ma anche questioni di più ampio respiro: la riorganizzazione della rete ospedaliera, con particolare attenzione alla cardiochirurgia pediatrica, l’integrazione digitale e l’aggiornamento di linee guida regionali.
Per rafforzare la macchina organizzativa è stato, intanto, rinnovato fino al 2027 il contratto con la SEUS, che introduce strumenti di digitalizzazione e monitoraggio.

A luglio è stata inaugurata a Caltanissetta la prima centrale operativa 118 “4.0”, destinata a migliorare la gestione dei flussi informativi e degli interventi. A breve seguiranno quelle di Catania, Messina e Palermo, un progetto che il dirigente generale del Dipartimento Pianificazione Strategica, Salvatore Iacolino, ha più volte definito “prioritario e strategico” per l’intero sistema.
Parallelamente è in programma l’avvio del numero 116-117, pensato per intercettare i bisogni non urgenti e alleggerire il carico improprio sul 118 e sui pronto soccorso.

Sul piano logistico, la SEUS ha avviato la gara per il rinnovo del parco mezzi (ambuanze e automediche).
Mentre sul fronte dell’elisoccorso la nuova maxi-gara della Regione, da oltre 100 milioni, incontra ancora difficoltà, con due lotti andati deserti. Ma per garantire la continuità del servizio è stata quindi predisposta una gara ponte di otto mesi, in attesa dell’affidamento definitivo.
Un altro passaggio atteso è l’adozione della cartella clinica del 118 nei Pronto soccorso, che permetterà di integrare meglio la fase territoriale con quella ospedaliera.
Tutto questo: “È indispensabile intervenire in maniera organica, con una riorganizzazione complessiva dei servizi di emergenza”, ha ribadito nei giorni scorsi la Faraoni, un percorso che si spera possa tradursi presto in risultati tangibili.