Un sospiro di sollievo per l’equipaggio e i familiari del motopesca trattenuto inspiegabilmente a Malta e oggi liberato. Era stato fermato dalle autorità marittime di Malta domenica notte il peschereccio “Matteo Mazzarino” ed è stato rilasciato senza il pagamento di alcun riscatto ma dopo una lunga ed articolata trattativa che ha visto coinvolte varie autorità italiane e maltesi.
Il peschereccio della marineria di Mazara del Vallo era entrato nel porto della Valletta per delle regolari operazioni di bunkeraggio ma, e sono ancora ignote le cause, le autorità maltesi hanno voluto trattenere l’imbarcazione e tutto l’equipaggio – composto da sette uomini – e il comandante Alberto Figuccia. “Dopo due giorni di estenuante attesa senza alcuna risposta ho chiamato il presidente Giovanni Tumbiolo, presidente del Distretto della Pesca che si trovava a Bruxelles – racconta l’armatore Vito Rando Mazzarino – ancora incomprensibile quanto è accaduto”. Per risolvere la vicenda è stata portata avanti una imponente trattativa che ha coinvolto Mazara, Malta, Palermo, Roma e Bruxelles: sono stati avviati i contatti con il ministro della Pesca di Malta Roderick Galdes e con il Direttore Generale Andreina Farruggia, è stato immediatamente chiesto anche l’intervento del comando generale delle capitanerie di porto, del Direttore generale della Pesca del ministero Riccardo Rigillo e del direttore regionale Dario Cartabellotta. Tumbiolo, dal Belgio, ha risposto contattando l’assessore regionale all’Agricoltura e Pesca Antonello Cracolici che ha avviato la macchina politico istituzionale e diplomatica e allertato l’ambasciatore d’italia a Malta Giovanni Umberto De Vito con cui, dopo il rilascio Cracolici si è a lungo trattenuto al telefono per cercare di comprendere le cause del fermo. La parte italiana dell’asse Roma-Palermo-Mazara-Bruxelles-Malta ha faticato per venire a capo delle ragioni di questo “anomalo” fermo per il quale non è stato formalizzato nessun addebito.