Si presenta come un gioco di parole il libro di Vicenza Di Vita, ricercatrice, studiosa e critica teatrale, dal titolo “Un femminile per Bene – Carmelo Bene e le Ma-donne a cui è apparso“, in libreria da qualche mese edito da Mimesis Edizioni.
L’obiettivo di questa monografia è quello di scandagliare il lavoro di colui che viene considerato un “mostro sacro” del teatro del ‘900, da un punto di vista diverso.
E, citando lo stesso Bene, poiché “non è vero che la forma sia il contenuto” è pur vero che “la forma è l’urgenza che viene prima del contenuto“: ecco perché questo volume appare interessante nel suo approfondire la peculiare interazione con il mondo femminile.
Entrando in punta di piedi nell’esperienza beniana, tra cinema e teatro, viene fuori che “la creazione di artifici e artefatti mimici – scrive la Di Vita nel testo – è costruita attraverso l’imitazione di figure paradigmatiche come Eleonora Duse, Totò ma anche San Giuseppe da Copertino e le donne che appaiono dalle riviste di cronaca rosa, sfogliate da una santa che, annoiata, fuma una sigaretta con aria distratta, a cui ciondoli in testa una finta aureola“.
Perdutamente innamorata di lui sin dall’animosa adolescenza, come dichiara la Di Vita, l’incontro dell’autrice con Bene è un incontro di inchiostro e sensi che si nutre da diversi anni, tra incontri, doni di opere del Maestro e approfondimenti che hanno portato alla maturazione di “Un femminile per Bene“.
Esso assume la forma di una scrittura scenica, anche in luoghi inconsueti, attraversa una esasperata negazione della Storia – si legge nella seconda di copertina – L’apparizione alla Madonna e il volo, quasi fosse un mitologico Mercurio ma in abito talare di santo, e di un santo monaco per giunta, vengono trasfigurati in una dimensione terrena e femminea da cui ha origine l’indagine dell’autrice.
Ogni capitolo, infine, reca una citazione attinta da Notre-Dame-des-Fleurs, il romanzo d’esordio di Jean Genet, mentre è evidente che ad essere privilegiata, nella stesura del testo, è la dimensione attoriale e autorale di Carmelo Bene, attraverso la riflessione che incrocia la biografia e la poeticadel Maestro, sotto la lente d’ingrandimento del sacro.