L’estensione delle concessioni demaniali in Sicilia è legge. Con 32 voti favorevoli e 15 contrari, l’Assemblea Regionale Siciliana si è resa favorevole a questo disegno di legge.
La legge, proposta dall’assessore al Territorio Toto Cordaro, è in realtà composta da un solo articolo e recepisce una analoga norma nazionale varata dal governo grillino-leghista lo scorso inverno. L’effetto è semplicissimo: sospende l’efficacia di una misura europea (la direttiva Bolkestein) che avrebbe imposto già dal 2020 di fare una gara pubblica per assegnare le concessioni e proroga quelle attuali fino al 2033.
In Sicilia – secondo i dati raccolti dalle associazioni di categoria – ci sono per ora circa 1.200 km di costa assegnati in concessione. I concessionari sono quasi 9 mila e il loro business punta su ristoranti, bar, pub, lidi attrezzati ma anche stabilimenti per sport acquatici.
L’assessore regionale al Territorio, Toto Cordaro intervenendo in aula, ha detto: “Mentre la legge nazionale è vigente e operativa nonostante la sentenza del Consiglio di Stato, noi ci siamo posti il problema di approvare in Sicilia una legge di recepimento, che è dovuta, ma che prevederà un decreto successivo dell’assessore, d’accordo con la commissione competente dell’Ars; inoltre per ottenere l’estensione è necessario ripresentare la domanda: se vogliamo concedere fino al 2033 l’estensione della concessione è necessario attualizzare il certificato antimafia, il Durc, i canoni e altro”.
Difendendo il testo, Cordaro ha aggiunto: “La verità è che non approvando questa legge che si fa un’opera di delegificazione disordinata perché in realtà quello che emerge è che noi abbiamo l’obiettivo di non fare favoritismi, di non cristallizzare una situazione che potrebbe creare nocumento a soggetti privati, perché non è vero che non si possono chiedere nuove concessioni perché le spiagge sono tutte occupate“.
“E poi c’è l’urgenza di una regolamentazione – ha sostenuto Cordaro – rispetto ad attività produttive importanti tutti gli istituti bancari hanno chiuso i rubinetti perché non hanno la certezza che questi privati possano lavorare con le concessioni che scadono nel 2020″. “Rischiamo – ha ammonito l’assessore – di mettere in ginocchio un mondo di 3mila esercenti e che dà 100 mila posti di lavoro. Nessuno sta difendendo interessi particolari, ma vogliamo sostenere un sistema che salvaguardia l’economia siciliana“.
Cordaro fino a qualche giorno fa si diceva sicuro che la norma viaggiasse spedita verso l’approvazione. Durante l’Aula con voto elettronico ha bocciato la richiesta del M5s di un rinvio in commissione del testo.
“Se lei mi vuole convincere del fatto che in 7 km di spiaggia a Catania non esiste qualche illegalità, la invito ad andare a vedere le concessioni che hanno impedito l’accesso del mare. Io mi auguro che questo governo faccia qualcosa. Capisco che ci sono le imprese sana ma non ci si può fare scudo quando nello stesso momento ci sono tanti che abusano di quello che hanno. Io sono andato a depositare un esposto in procura sulla vicenda. Noi del movimento 5 stelle, staremo sul fiato sul collo su queste concessioni. Sanare situazioni che hanno per anni abusato della loro concessione non è fare il bene di questa Regione”. Afferma a sala d’Ercole la deputata del Movimento 5 stelle Gianina Ciancio.
“Con il ddl – dichiara il deputato Udc Vincenzo Figuccia – si estendono per altri 13 anni le concessioni demaniali marittime vigenti. Questa norma tutela tutte quelle attività commerciali e imprenditoriali che insistono nelle aree demaniali. Preservare tutte queste attività – prosegue il leader di Cambiamo la Sicilia – significa poter garantire uno sviluppo economico e turistico delle nostre coste. Così funziona in giro per il mondo e questo bisogna poter realizzare per immaginare una Regione con uno sviluppo come avviene per la California. “Sicilia California d’Europa” è l’orizzonte prospettico verso il quale dobbiamo lavora“.
Durante i lavori d’Aula è stata approvata anche la legge che ristabilisce la perimetrazione dei confinti tra Agrigento, Favara e Aragona.