L’inchiesta Grandi Eventi lascia Palermo e finisce sotto la giurisdizione del Tribunale di Messina per incompetenza territoriale. E’ l’inchiesta che corre parallelamente alla vicenda del Ciapi e della formazione professionale. Dalla città dello Stretto si dovranno riavviare le procedure per l’indagine partita dal capoluogo siciliano più di tre anni fa. Il Tribunale di Palermo si è dichiarato incompetente dopo che i legali degli “ultimi” sette imputati (Rossella Bussetti, Luciano Muratore, Federico Zeppillo, Sandro Tatano, Giampietro Sommariva e i pubblicitari Gaspare Alessi e Dario Mirri) hanno visto accolta la richiesta di incompetenza territoriale. Tutto cominciò nel 2011.
Quell’anno, in Sicilia, sarà ricordato come l’anno dei “Grandi Eventi”: la grandeur sicula portò a casa nel giro di pochi mesi estivi una serie di manifestazioni di livello mondiale: Taormina Fashion Award (finanziato nel luglio 2011, aggiudicato il 12 dicembre 2011, realizzato il 20 dicembre 2011), Sicilian Golf open ladies (finanziato nel settembre 2011, aggiudicato il 23 settembre 2011, realizzato all’inizio di ottobre 2011), Mondiali di scherma (finanziati nel giugno 2010, aggiudicati il 17 maggio 2011, realizzato ad ottobre 2011), Settimana internazionale di ciclismo (finanziata nel giugno 2010, aggiudicata il 1 giugno 2011 e realizzato dal 18 al 26 giugno 2011). Tutti progetti realizzati alla velocità della luce dalla Regione Siciliana e integralmente finanziati con fondi pubblici, regionali ed europei. Una valanga di milioni di euro gestiti e affidati – secondo inquirenti ed investigatori – ad un unico centro di comando.
Sin da subito si intuì che quella girandola di eventi era interconnessa alla gestione – “malagestio” la definì la Procura della Repubblica di Palermo – dei fondi europei per la formazione professionale. E’ quello il filone principale dell’inchiesta, legato alla gestione dei fondi per la formazione professionale del Ciapi di Palermo: ha già portato alla condanna in primo grado del manager Fausto Giacchetto (8 anni e un mese) e del deputato regionale Francesco Riggio (cinque anni e otto mesi). La tesi dell’accusa è che Giacchetto avrebbe pianificato una mega truffa all’Ue da 15 milioni, creando un sistema illecito per gestire a suo piacimento, grazie alla presunta compiacenza di imprenditori, burocrati e politici, quindici milioni di euro destinati alla comunicazione del progetto Coorap.