Finite le elezioni europee iniziano le analisi sul voto. Adesso verranno fuori, come i “babbaluci” dopo la pioggia, flotte di analisti pronti a dire la loro con il puntiglio del so tutto io. E avanti con dietrologie, dietro le quinte, accordi, tranelli, imboscate. Ma andiamo con ordine sugli eletti siciliani.
La prima critica, aspra e agguerrita, sarà sul genere. Avete eletto solo otto uomini, nessuna donna. Ancora una volta questi maschi imperialisti. Queste elezioni nella circoscrizione isole sono state la chiara dimostrazione di quanto sia inutile e fasulla l’alternanza di genere. Imporre per legge la scelta di alcune candidature non è mai un corretto esercizio democratico e comunque come è palese non serve.
Secondo questo principio dopo l’alternanza di genere (e perché solo uomo e donna?), cosa si inventeranno questi grandi statisti dell’uguaglianza per fare eleggere anche i giovani? Potrebbero fare l’alternanza generazionale, obbligando le candidature per fascia di età. La lista potrebbe essere composta dal 10% dei candidati entro i 30 anni, un altro 30% tra i trenta e quaranta e così via. Ma un momento, come la mettiamo con l’alternanza geografica? Detto e fatto, 33, 33 e 33 tra Sicilia occidentale, centro e orientale. Ma non finisce qui. Mettiamoci pure l’alternanza scolare. Un buon 25% ciascuno di candidati con la quinta elementare, licenza media, superiore e laurea. E potremmo continuare, sembra un gioco ma, purtroppo, per alcuni illustri statisti è cosa seria.
Mi permetto di ricordare ai sostenitori dell’alternanza di genere che ad oggi i due partiti maggiori sono guidati da due donne Meloni e Schlein semplicemente con democratiche consultazioni. Il genere qualunque esso sia non si impone per legge o con forzature da misere tutele, ma con processi culturali, di formazione politica e soprattutto di consapevolezza e tutela delle idee senza titubanze o compromessi. E ciò vale per entrambi i generi. Poi fatemi capire, se gli eletti in grande maggioranza sono di genere maschile e la maggioranza degli elettori è di genere femminile, perché le donne votano gli uomini?
Altra riflessione, la preferenza favorisce gli ambienti dei poteri economici e illeciti? Non mi sembra che da quando è stata tolta la preferenza a favore dei nominati in politica siamo circondati da santi e benefattori. La politica è lo specchio della nostra società con le relative presenze di persone perbene e altre da dimenticare. Da quando esistono i nominati con liste o nominativi bloccati abbiamo visto solo un crollo del nostro potere di scelta democratico che, per legge, è stato trasferito alle segreterie regionali e nazionali dei partiti e delle lobby. Quindi il grande risultato è stato di passare dai signori delle tessere ai signori dei poteri politici centrali. Loro scelgono per noi. Con la preferenza i cittadini potevano sbagliare anche la scelta ma almeno in quel momento si sentivano liberi, adesso qualcuno sbaglia per noi. Bel guadagno per i cittadini…
Ma vi siete chiesti perché una nuova legge elettorale che preveda la libera scelta del candidato da parte dei cittadini non è all’ordine del giorno di nessun partito? Avete mai visto un tacchino che festeggia il Natale? Su questo argomento vedo tutti gli schieramenti politici concordi. Non parliamone e teniamoci stretto il potere di imporre i nostri candidati nelle liste bloccate. I vari governi non hanno fatto nulla, e le opposizioni comprese le attuali non fanno lotte o barricate per ridare questo sacrosanto diritto agli elettori. I capi partito nelle loro segreterie centrali vogliono continuare a scegliersi i loro compagni di viaggio alla Camera dei deputati ed al Senato della Repubblica, molti dei quali sconosciuti agli elettori, ma ben noti ai loro designatori spesso più per accondiscendenza e sudditanza che chissà per quali misteriose qualità o curriculum.
Da qui, in ultimo, il tema dell’astensionismo. Valgono le considerazioni fatte prima. Gli elettori, i cittadini non vogliono più essere confinati al triste rito di mettere una ‘X’ su qualcosa scelto da altri poteri. Ad oggi siamo obbligati a condividere le scelte di una oligarchia politica di destra, centro e sinistra. Ci trattano come degli analfabeti che non sapendo scrivere metto la ‘X’ al posto della firma. Così l’unico modo che ha l’elettore per manifestare il dissenso verso questa dittatura elettorale è l’astensionismo che rappresenta, questa si, una libera scelta. Quindi viva la preferenza secca, senza condizioni, limiti, restrizioni e compromessi. Chi lo desidera si candidi nel partito che ritiene coerente con i propri ideali, ed i cittadini liberi di scegliere il proprio candidato scrivendone nome e cognome ritorneranno alle urne in massa. Poi se sceglieranno bene o male lo valuteranno dai risultati e se dovessero scegliere di votare un loro amico o parente , almeno avranno votato un loro amico o un loro parente e non quello di qualche capo politico.