Il sudore è una produzione dell’inconscio ed è un meccanismo di difesa e di eliminazione tossinica che ci allerta rispetto a determinati stati emotivi. L’essere umano nasce immerso nel liquido amniotico. Nella fase intrauterina si sente al sicuro, tranquillo, protetto e in connessione con la madre. In quest’ottica, sudare in età adulta energia termica
può voler dire che la persona non si sente più protetta e al sicuro. In effetti, ho esaminato un caso clinico e, associata all’iperidrosi notturna, c’era una storia familiare assai critica, in cui una profonda delusione e tradimento della fiducia ha attraversato il soggetto, facendolo sentire, improvvisamente, in balia dei quattro mari, senza protezione né certezze né punti di riferimento a cui aggrapparsi per la sopravvivenza.
Si può sudare durante la notte, appunto, anche quando fa freddo, per un complesso meccanismo che si chiama termoregolazione. Il corpo, cioè, elimina il calore in eccesso. Cosa innesca questo meccanismo? In condizioni di estreme tensioni, è come se il sistema andasse in tilt e, mentre mani e piedi risultano freddi, al contempo, le ghiandole sudoripare secernono sudore (in diverse parti del corpo) estraendo energia termica dai tessuti sottostanti.
Nelle persone che soffrono di sudore psicosomatico c’è, cioè, una disfunzione tra il sistema nervoso simpatico e parasimpatico, messi a dura prova da altre vie nervose attivate dalla sfera emotiva. Questa distonia vede uno sbilancio a favore del sistema nervoso simpatico che causa sudorazione (Anna De Simone).
L’iperidrosi va affrontata senza esitazioni perché da essa possono conseguire: difficoltà relazionali fino all’isolamento per imbarazzo e vergogna; dimagrimento e non corretta assimilazione di sostanze e vitamine, carenze vitaminiche, etc. Andando a influire, quindi, negativamente sulla qualità della vita e delle relazioni sociali ma è proprio quello che vuole la persona inconsciamente: liquefarsi.
Gli approcci più efficaci sembrano essere il trattamento chirurgico e il trattamento infiltrativo. Le due soluzioni possono essere applicate anche in sinergia, per ottenere in sicurezza il risultato ottimale. L’intervento chirurgico ha come obiettivo la rimozione di una porzione delle ghiandole sudoripare responsabili dell’eccessiva sudorazione. Il trattamento non chirurgico contro l’iperidrosi è realizzato con infiltrazioni locali di una soluzione di tossina botulinica. Bisogna stare, però, attenti perché, essendo un meccanismo difensivo e fisiologico, non va soppresso ma occorre prima indagarne a fondo la causa.
Nel caso della paziente che è stata tradita e ferita tanto da non sentirsi più al sicuro né economicamente né affettivamente, mi domando se guarirebbe subito se le potessimo offrire quello che le manca di più, senza bisogno di asportarle le ghiandole, necessarie all’organismo così come sono, anche se non funzionano bene: l’amore (una famiglia) e il denaro.
Alla base di tutto c’è un forte stress (legato sempre a uno stato di incertezza e mancanza di protezione che si avverte) che favorisce la sudorazione. L’iperidrosi può non essere l’unica patologia in atto. La sudorazione eccessiva può essere l’espressione di una malattia più grave (diabete, cancro, etc.). È, dunque, raccomandabile consultare sempre uno o più medici per sapere a chi rivolgersi e di cosa si può trattare.
Ci sono fiori di Bach che posso consigliare per contrastare e fermare questa fastidiosa condizione. Un esempio di composizione di fiori preparata per una paziente è: il White Chestnut, il fiore dei pensieri ossessivi e assillanti, il Mimulus, il fiore che dona coraggio e forza quando si è spaventati, il Rock Rose, il fiore che contrasta l’angoscia, l’Agrimony, che cura il tormento interiore nascosto agli altri, il Willow, per curare il risentimento e il Rock Water, che cura la rigidità dell’Io. I fiori lavorano sulle emozioni perché sono queste che rendono la qualità del sonno pessima, facendo risvegliare il soggetto con le lenzuola, il pigiama e i capelli completamente zuppi di liquido corporeo. I fiori di Bach vanno, però, personalizzati ed è consigliato che siano prescritti da esperti sia in floriterapia sia in psicopatologia clinica. I fiori vanno, inoltre, personalizzati e studiati su misura, altrimenti si rischia di spendere soldi inutilmente e di diffondere opinioni scorrette sul fatto che non servano a nulla.
Ci sono anche dei rimedi naturali come la Passiflora e la Valeriana officinalis, in estratto fluido, che assunte regolarmente possono aiutare in condizioni psicopatologiche simili legate a forti stress che fanno sentire l’individuo impotente e confuso. Esistono, ancora, dei rimedi naturali utili in parallelo a quelli su citati, come la salvia, da prendere sotto forma di gocce o tisane. Occorrerebbe evitare di consumare caffè, alcool, sigarette, avere un regime alimentare equilibrato e praticare attività sportiva quotidianamente.