Per sostenere il segretario Dem alle primarie del 30 aprile, Antonello Cracolici, assessore all’Agricoltura del governo Crocetta, agita lo spauracchio dei 5 Stelle, le cui idee – a suo dire – lederebbero i “principi umanitari ed egualitari”.
Cracolici, che è capolista a Palermo nella mozione a sostegno di Matteo Renzi, non usa mezzi termini e durante la presentazione dei candidati in vista delle primarie del 30 aprile, spiega la propria idea di Pd e chiude le porte alle strizzatine d’occhio che il governatore pugliese Michele Emiliano fa da qualche tempo nei confronti dei 5 Stelle: “Attorno ai grillini – dice – si sta cementando una visione che intende spezzare l’idea stessa di comunità”.
Insomma, è un Cracolici a tutto campo, che guarda già oltre le primarie e parla da candidato in pectore alla Presidenza della Regione, nonostante la strada per Palazzo d’Orleans, specie dopo la discesa in campo del sindaco di Catania Enzo Bianco, sia ancora lunga e irta di ostacoli.
“Raccontare che il 4 dicembre è stata soltanto una sconfitta di Renzi è una stupidaggine: è stata sconfitta una strategia politica che vedeva al centro il Pd a vocazione maggioritaria – afferma – Sono convinto che i partiti servano non solo quando si vince ma anche e sopratutto quando si perde. Il 4 dicembre abbiamo perso, e allora che facciamo ci ritiriamo per far avanzare i populismi di Grillo a Salvini o le suggestioni di un centrodestra riunito? Io sono tra quelli che dopo il 4 dicembre ha ritenuto logica la possibilità del voto anticipato. Perché la legislatura si è esaurita dopo l’esito referendario”.
“Una leadership indebolita alla vigilia del voto è un suicidio politico. Ecco una delle ragioni che mi ha convinto a sostenere Renzi in queste primarie – prosegue Cracolici – nonostante sia stata una scelta non compresa da una parte del nostro mondo. Guai ad una militanza che guarda soltanto al proprio interno. Chi fa politica ha il dovere di guardare al di fuori del proprio mondo, alla complessità della società. Anche tra di noi c’è chi pensa che 5 stelle siano compagni che sbagliano. Ma è evidente che attorno a quel movimento si sta cementando una visione che intende spezzare l’idea stessa di una comunità. L’idea che qualunque attività umana sia criminale e che quindi bisogna trattare tutto con una diffidenza tale che nulla possa essere creato, si contrappone pericolosamente ad una società dai principi umanitari ed egualitari”.
“Ecco perché ci sto mettendo la faccia. Andare a votare significa sostenere un’idea di democrazia e di società. In gioco non c’è Matteo Renzi, in gioco c’è il Pd e il futuro dell’Italia”, conclude Cracolici.
Secondo l’assessore regionale all’Agricoltura, dunque, il baluardo, l’argine contro la deriva populista sarebbe proprio Matteo Renzi. Staremo a vedere se riuscirà a convincere i militanti del Pd e il popolo delle primarie.