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Plastica, tanta plastica. Ma non solo. Cassette di musica, lattine, auto, sacchetti, secchi, pennelli, un forno, un albero di Natale e perfino una bambola e 4 barche affondate. C’è un po’ di tutto in fondo al mare, e precisamente sullo Stretto di Messina.
La scoperta di una gigantesca discarica sommersa è stata documentata dallo studio di tre ricercatori del Cnr e della Sapienza di Roma, pubblicato sulla rivista Nature. Il tutto grazie alle telecamere piazzate su un robot subacqueo, “ROV“.
«Quasi 4.000 rifiuti sono stati contati lungo sette transetti del ROV, che hanno esplorato una distanza lineare totale di 6.420 m – si legge nello studio – . La plastica morbida, rappresentata essenzialmente da buste e sacchetti di plastica, è di gran lunga la categoria più diffusa, rappresentando il 52,4% dei detriti totali, seguita da plastica dura che rappresenta il 26,1%».
I ricercatori Martina Pierdomenico, Daniele Casalbore e Francesco Latino Chiocci, che avevano iniziato un progetto per realizzare la carta geologica del fondale a mille metri di profondità nello Stretto, si sono imbattuti in questa incredibile distesa di rifiuti. Perfino un mestolo a mille metri di profondità.
«Diversi oggetti di grandi dimensioni sono per lo più riconosciuti all’interno dei canali Tremestieri (Sicilia) e San Gregorio (Calabria). Degno di nota, un’auto sepolta si trova a 510 m nel canale di San Gregorio, mentre quattro piccole imbarcazioni sono osservate nel canale 1 di Tremestieri tra 580 e 520 m di profondità. Uno di questi è stato identificato come una piccola barca appartenente ad una struttura turistica situata nella costa siciliana, a circa 40 km a sud della testa del canale 1 di Tremestieri. La concentrazione massima di rifiuti è stata osservata in corrispondenza o subito dopo la confluenza dei rami di canale nel canale 1 di Tremestieri».