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Sarà l’UniMe – Università di Messina, insieme agli atenei di Torino e Padova, il partner italiano delle svedesi Karolinska Institutet e Università di Uppsala nell’ambito di VIPER, un progetto di cooperazione e ricerca scientifica finanziato dalla Nato.
Un’arma preziosa per affrontare futuri eventi pandemici causati da virus. È così che i ricercatori definiscono la molecola MEDS433, un agente antivirale ad ampio spettro, che potrebbe fornire copertura terapeutica mentre si porta avanti lo sviluppo di un vaccino. È la lezione che ci lascia la pandemia da Sars-Cov2: “La genialità di questa intuizione è proprio quella di andare ad agire sul minimo comune denominatore della replicazione dei virus – spiega il direttore generale dell’Assessorato della Salute della Regione Siciliana, Mario La Rocca -. Quindi è in grado di evitare che i virus possano autoreplicarsi e, di conseguenza, infettare. Abbiamo dato dimostrazione, peraltro premiata da un organismo così selettivo e importante come la Nato – ci tiene a sottolineare –, della vitalità del sistema della ricerca siciliana, della bravura, della brillantezza e della capacità dei nostri ricercatori, che hanno solo bisogno di essere stimolati, aiutati a crescere, aiutati a mettere in atto le proprie potenzialità, a sviluppare le proprie idee”.
Italia e Svezia saranno, dunque, impegnate nello sviluppo preclinico per i prossimi 25 mesi, a cui seguirà la fase sperimentale che avrà bisogno di ulteriori fondi. A gestire la fase della formulazione del farmaco all’interno del progetto V.I.P.E.R. (acronimo di learning a lesson: fighting sars-coV2 Infection and get ready for other future PandEmic scenaRios) sarà il gruppo di ricerca di UniMe formato dai professori Anna Piperno, Maria Teresa Sciortino, Angela Scala e Nicola Micale, con il dottorando Roberto Oliva del Dipartimento ChiBioFarAm. L’ateneo messinese coordinerà lo sviluppo preclinico dell’agente antivirale con la collaborazione esterna del dottor Antonino Mazzaglia (ISMN-CNR) e del professore Antonio Rescifina (UniCt).
Il progetto, partito lo scorso 30 giugno, è nato nella fase più buia della pandemia da coronavirus, quella del primo lockdown: “Quel periodo ci ha lasciato due cose – racconta la responsabile del team di UniMe, Anna Piperno, docente di Chimica Organica -. Innanzitutto, il senso di frustrazione, perché eravamo completamente impreparati ad affrontare una situazione del genere. La cosa positiva che ci ha insegnato questa pandemia, però, è la collaborazione. È con conferenze virtuali che è nata la collaborazione tra Uni Torino e Uni Messina. È stato allora che con il collega Lolli abbiamo pensato al modo di sviluppare questa molecola, ai fondi a cui poter accedere. Il finanziamento di 300 mila euro – dice – ci permette di fare un’ulteriore step nello sviluppo di questa molecola, perché concluderemo così la fase preclinica che avevamo tra l’altro già iniziato con altri fondi e quindi ci aspettiamo di finire con successo la fase preclinica, ottenere i risultati sperati e poi di trovare i finanziamenti per passare alla fase clinica”.