In Sicilia, la rete delle strutture sociosanitarie dedicate alla lunga assistenza, agli anziani con demenza e alla salute mentale psichiatrica vive da anni tra carenze strutturali, disomogeneità territoriali e difficoltà di accreditamento.
I percorsi di presa in carico risultano spesso frammentati, le liste d’attesa interminabili, e i criteri autorizzativi variano da provincia a provincia, generando confusione e incertezza tra operatori, utenti e famiglie.
Ma le strutture di lungo assistenza rappresentano un nodo critico per i pazienti cronici non autosufficienti, spesso bloccati in ospedale per mancanza di alternative. Le residenze per anziani con demenza, invece, faticano a trovare un equilibrio tra assistenza sanitaria e supporto relazionale, mentre il settore psichiatrico continua a scontare l’assenza di un modello regionale integrato, in grado di coniugare riabilitazione, inclusione sociale e continuità terapeutica.
In questo scenario di incertezza, in attesa anche del completamento della rete territoriale e della rete ospedaliera, assume grande rilievo il nuovo decreto interassessoriale firmato dagli assessorati alla Salute e alla Famiglia, che prova a mettere ordine e dare regole comuni a tutto il comparto.
Il Decreto
Istituisce formalmente il sistema di verifica per l’autorizzazione e l’accreditamento delle strutture sociosanitarie, con l’obiettivo di superare le difformità applicative tra territori e introdurre standard omogenei di qualità, sicurezza e appropriatezza.
In particolare, il provvedimento riguarda:
-
le strutture di lunga assistenza;
-
le strutture semiresidenziali per anziani con demenza;
-
le strutture residenziali psichiatriche H24 per massimo 10 utenti;
-
i gruppi appartamento psichiatrici con personale a fasce orarie, per un massimo di 5 utenti.
Per ciascuna di queste tipologie, il decreto stabilisce requisiti generali e specifici da soddisfare per ottenere sia l’autorizzazione all’esercizio che l’accreditamento istituzionale. I requisiti sono suddivisi in tre categorie:
-
organizzativi (es. presenza di personale formato, procedure operative);
-
strutturali (es. spazi minimi, accessibilità, barriere architettoniche);
-
tecnologici (es. dotazione informatica, dispositivi di sicurezza, strumenti clinici).
Gli allegati al decreto costituiscono parte integrante del sistema e specificano per ogni tipologia di struttura le evidenze documentali e criteri oggettivi che saranno utilizzati durante le ispezioni. Le verifiche saranno svolte:
-
dalle Asp territoriali per l’autorizzazione sanitaria;
-
dall’Organismo Tecnicamente Accreditante per l’accreditamento, con controlli triennali o straordinari.
Inoltre è previsto anche un periodo transitorio di dodici mesi, durante il quale continueranno ad applicarsi le regole previste dalla Legge regionale 9 maggio 1986, n. 22, finché non saranno adottati i nuovi atti attuativi, comprensivi di definizione dei fabbisogni e delle risorse disponibili.
Transizione e tempi
Fino all’adozione dei provvedimenti attuativi – previsti entro dodici mesi dalla pubblicazione del decreto – rimarranno in vigore le attuali procedure disciplinate dalla Legge Regionale 9 maggio 1986, n. 22. I nuovi atti dovranno essere preceduti da una definizione dei fabbisogni da parte dell’Amministrazione e dalla relativa programmazione finanziaria.
Le attese della Commissione
La Commissione Sanità dell’Ars, riunita il 15 aprile, attende dunque risposte formali per completare l’esame del disegno di legge, che andrà a integrare le nuove linee guida in materia di accreditamento sociosanitario. L’auspicio, espresso dal presidente Giuseppe Laccoto, è che il confronto tra gli assessorati si concluda presto, così da garantire un quadro normativo chiaro ed efficiente in un settore strategico come quello dell’assistenza sociosanitaria.